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Bambini, non fate arrabbiare la mamma. Soprattutto se è appena stata alle terme

In seconda media l’insegnante di religione – un giovane teologo amante della gommina Simmons – ci chiese di scrivere un tema, una lettera immaginaria all’inventore della bomba atomica. Nel tema che il giovane prof mi invitò a leggere davanti alla classe, sospetto più per tirarmi fuori dal mio guscio di insicurezza che per i contenuti dell’elaborato, scrissi che secondo me l’inventore della bomba atomica fungeva ingiustamente da capro espiatorio per le scelte infelici che uomini più potenti di lui avevano compiuto. Ok, immaginatelo ora scritto da una dodicenne (il cui vocabolario era comunque sorprendentemente arricchito da letture disneyane contrapposte ai giornaletti a sfondo sentimental-modaiolo delle sue coetanee!), ma il concetto non cambia: esiste purtroppo un talvolta ampio divario tra la genialità, la potenzialità di alcune invenzioni e le loro meno nobili applicazioni.

Internet è a mio parere un altro clamoroso esempio di questa dualità che accompagna le grandi idee che trovano diffusione su larga scala. L’avvento di Internet ha consentito lo scambio di informazioni in tempo reale su scala mondiale. Meraviglioso. Il trionfo della comunicazione, della divulgazione, dello scambio a qualsiasi livello: professionale, didattico, ricreativo, varie ed eventuali, e ovviamente anche privato. Non entrerò nel merito dei cambiamenti che hanno accompagnato le relazioni interpersonali nell’era internettiana, che pure meriterebbe un articolo a sé, se non un libro, ma di stampo sociologico. Voglio invece soffermarmi su un’altra delle realtà quotidiane che ogni tanto mi destabilizzano a dispetto della loro banalità. Nell’introdurre, qualche riga sopra, il fenomeno Internet, ho usato una parola chiave: informazione. Informazione sconfinata, disponibile ed accessibile con un click. Si dice – ed io sono estrema fautrice del motto – che l’informazione sia potere, ma… quale informazione è potere?

A rischio di sembrare impopolare, voglio condividere il mio pensiero circa il fatto che il maggiore problema della comunicazione libera sia – paradossalmente – la libertà di parola. Non esiste la peer-review per i siti web.

Per esempio, usando una vecchia analogia, io sarei libera di insinuare che la Terra è piatta, adducendo una serie di più o meno opinabili evidenze (ma anche no). Se fossi abbastanza brava potrei persino risultare convincente ed insinuare il dubbio in qualche lettore sprovveduto, che poi andrebbe a farsi foriero di una nuova teoria del complotto in qualche forum.

È quello che succede quando il radon – gas radioattivo, seconda causa di tumore al polmone, oggetto di sisifiche manovre di decontaminazione ambientale – viene invece spacciato per un’innocua – peggio: salutare! – miscela di ozono, acido carbonico ed estratti di erbe curative. La bizzarra scelta dei presunti componenti della benefica (o venefica) mistura è già di per sé inquietante: l’ozono è un gas altamente reattivo la cui utilità per l’uomo si esplica nella stratosfera dove filtra i raggi UV, ma è altrimenti velenoso per gli esseri viventi; l’acido carbonico è un acido debolissimo a malapena esistente nel suo habitat naturale, l’acqua minerale; sulle erbe curative non posso pronunciarmi: ho paura di continuare la lettura per scoprire che l’amianto sia in realtà un toccasana balsamico per i problemi respiratori.

Sembra impossibile, ma lo sproloquio delirante circa la composizione del radon è addirittura l’accattivante pubblicità delle applicazioni in vivo (chissà per quanto) di questo gas in sedicenti centri benessere.

Ora non vorrei lanciarmi in una crociata alla Erin Brockovich, ma fare le abluzioni in una sorgente di acqua al radon mi sembra un po’ come volersi fare la lampada ai raggi X: certamente avrà degli effetti, ma non quelli sperati.*

Qual è quindi la morale della favola? La morale è che l’accessibilità della rete ha favorito la quantità di informazioni disponibili a scapito della loro qualità.

Parafrasando un personaggio più popolare di me dalle idee decisamente integraliste – il Dottor House – Google ha diffuso la convinzione, anche solo a livello subliminale, che il conseguimento di una qualunque laurea sia ormai superfluo. È sufficiente digitare poche parole chiave per vedersi spalancare davanti agli occhi un ventaglio di nozioni in qualunque campo dello scibile. Questo punto di vista introduce quindi la seconda variabile indipendente del nostro problema: non solo la qualità delle informazioni disponibili ma anche la personale capacità di interpretarle influisce sulla ricezione e ridiffusione di notizie mendaci. Per fare un esempio pratico, se un’amica vi invitasse a fare un bagno al radon linkandovi il sito del favoloso centro che lo pubblicizza, l’approccio corretto sarebbe andare a vedere un paio di altre referenze a riguardo (basta digitare un’unica parola in un qualunque motore di ricerca), che vi permetterebbero di apprendere che il radon è in realtà un tristemente rinomato elemento della tavola periodica. Certo, se il centro in questione si fregiasse di somministrare cure omeopatiche d’avanguardia, potreste stare tranquilli circa l’effettiva radioattività del luogo.

Sospetto però che un consistente numero di persone di ritorno dalle terme abbia entusiasticamente decantato le virtù curative della portentosa miscela. Ah, l’effetto placebo è davvero un fenomeno affascinante; però non salva nessuno dall’avvelenamento da radiazioni (né da altre amenità).

Per curiosità mi piacerebbe sapere quante di queste persone si siano poi pronunciate contro il nucleare in Italia, magari a seguito di un’accurata ricerca su Internet.

Quando wikipedia non è raggiungibile, il mio quoziente intellettivo cala di circa 30 punti (http://xkcd.com/903/).

 

il sito è stato rimosso (ops…), ma qui ne trovate uno screenshot. In compenso però ho trovato un documento che attesta che il radon sia “una sostanza che viene assorbita molto facilmente attraverso le mucose (soprattutto degli apparati respiratorio e digerente) e la cute” e che la sua attività terapeutica sia “da attribuire alle radiazioni alfa dotate di bassa capacità di penetrazione e di buone capacità ionizzanti”. Gaudio e tripudio! Una sostanza emettitrice di radiazioni altamente ionizzanti viene assorbita molto facilmente dalle mucose. Capiamoci: le radiazioni ionizzanti non sono una bella cosa; la bassa capacità di penetrazione altro non è che la riprova di una fortissima (= dannosa) interazione con la materia. Come dire che una bomba a mano ha un raggio di azione limitato: certo, però dove cade crea un cratere! Be’, mica per niente il radon è la seconda causa di tumore ai polmoni. Mi raccomando, però: quando poi usate il microonde premuratevi di uscire dalla stanza: non si sa cosa potrebbe succedere con le radiazioni non ionizzanti.

*Naturalmente la portata degli effetti dipende dal dosaggio e dalla reiterazione, ma resta il fatto che “non letale” (sebbene non esista una concentrazione sicura al di sotto della quale la probabilità di contrarre il tumore sia nulla) non significhi “salutare”. Resta il fatto che io in uno di questi centri non ci entrerei, figuriamoci lavorarci a tempo pieno.

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Scritto da Sabrina Pubblicato il 26 settembre 2011

 

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3 Commenti »

  • nico dice:

    Vorrei solo fare una piccola precisazione. Parlando di sostanze che emettono radiazioni, il fatto che le radiazioni alfa abbiano bassa penetrazione è in effetti una buona cosa, perchè gli strati esterni della nostra pelle sono sufficiente per bloccarle. Molto più pericolosa sarebbe una sostanza emettitrice beta o gamma.

    Il grosso problema, come giustamente hai fatto notare, è che le sostanze emettitrici di alfa sono estremamente pericolose quando inalate, in quanto le mucose dell’apparato respiratorio non sono sufficienti per fermarle.

    Ad ogni modo, ottimo post!

    • Sabrina dice:

      precisazione ineccepibile. pensavo fosse chiaro dal contesto, ma in effetti era un po’ ambiguo.
      grazie mille!