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Caso Sofia e Metodo Stamina. Quando la compassione distoglie dalla scienza

Sulla bocca di tutti, e nel cuore di tutti, il caso della piccola Sofia, bambina di tre anni, affetta da una gravissima malattia neurodegenerativa: la Leucodistrofia Metacromatica.
Il suo caso è stato portato a conoscenza dal cantante Adriano Celentano, che con una lettera al Corriere della Sera, supportato dal programma televisivo “Le Iene”, rende nota la condizione delicatissima della bambina, paralitica e affetta da cecità, che riesce a comunicare soltanto tramite “lamenti” e il pianto, con i suoi genitori.

Sofia ha ricevuto una prima infusione di cellule staminali mesenchimali, ma il trattamento è stato sospeso in seguito ad alcune indagini giudiziarie avviate per diverse ragioni: tra queste, il fatto che il metodo Stamina utilizzato per produrre le cellule non è stato approvato dall’Aifa – Agenzia Italiana Del Farmaco. Soltanto l’intercedere del ministro Balduzzi ha permesso la seconda infusione alla bambina, scavalcando però i malati in lista d’attesa per cure che invece sono approvate e in sperimentazione clinica.

Ma a questo punto è essenziale spiegare cos’è il Metodo Stamina e per quale motivo l’opinione scientifica è in subbuglio, aggiungendo anche l’opinione di  Umberto Veronesi che espone due aspetti da considerare: “il primo è quello scientifico, il metodo non è provato e ciò è stabilito da tutti coloro che hanno guardato a fondo. L’altro aspetto è un problema psicologico, la persona che non ha speranze di guarigione è certamente autorizzata a recarsi ovunque, anche a cercare farmaci estratti dallo scorpione, o impiegare le cellule staminali. Si tratta di un discorso diverso. Non possiamo opporci, possiamo dire che è un errore scientifico, ma non possiamo togliere la speranza alle persone”.

Il Professor Vannoni, docente di Neuroscienze Cognitive presso l’Università di Udine, è colui che ha portato in Italia la tecnica. Questa sua terapia, come spiega lui stesso, utilizza cellule staminali prelevandole dalla parte spugnosa dell’osso, dal bacino, e le lavoriamo in modo che abbiano una grande quantità di cellule progenitrici. Chiunque può donarle perché non c’è alcun rigetto. Ogni coltura ha 5 differenti tipi di cellule, ognuna con la sua funzione: le progenitrici sono le più importanti perché rigenerano i tessuti danneggiati, poi ci sono le immunoregolatrici che regolano il sistema immunitario, quelle che ricreano i vasi sanguigni, quelle che difendono dal sistema immunitario, e quelle antinfettive che combattono le infezioni. Per garantire la sicurezza del trattamento, le cellule sono testate 5 volte prime di essere iniettate, per verificare che non ci siano funghi batteri e contaminazioni”.

In realtà questa pratica, sebbene illustrata in questi termini dal professor Vannoni, non è mai stata accettata dall’Aifa, perché secondo la stessa agenzia e una Commissione ministeriale incaricata di analizzare la vicenda le terapie sono dannose per la salute del paziente; inoltre non esistono pubblicazioni scientifiche accessibili e trasparenti da poter consultare per verificare il metodo.
Come spiegato da Alessandro Nanni Costa, presidente del Comitato trapianti del Consiglio d’Europa che ha guidato la commissione e ne ha vietato l’applicazione, ha spiegato che la pericolosità risiede prima di tutto nel fatto che “a volte ai pazienti è inoculato materiale biologico prelevato dallo stesso malato mentre altre volte vengono iniettate cellule prelevate da terzi, con un serio rischio di contagio batterico e virale che ciò comporta. Le metodologie di preparazione dei preparati sono a dir poco grossolane, con errori evidenti e pratiche del tutto fuori da ogni legge. I laboratori, per esempio, sono in luoghi non adatti e inoltre sui vasetti che conservano i tessuti prelevati ci sono etichette scritte addirittura a matita.”

Esprimendo questo giudizio, non è stata messa in dubbio l’efficacia di terapie a base di cellule staminali, che comunque restano una terapia sperimentale all’avanguardia, ma si mette sotto accusa la metodologia e l’aderenza alle procedure determinate dal metodo Stamina. Oltre a mettere in pericolo la salute dei pazienti, ad oggi pare si aggiungano anche dei reati di associazione per delinquere e truffa: Stamina si propone come onlus, mettendo a disposizione gratuitamente le terapie, quando invece pazienti come Claudio Font, malato del morbo di Parkinson, secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa è stato “usato come cavia” dalla Stamina, sborsando fino a 41.230 euro con bonifici bancari.

In merito a questa vicenda il ministro Balduzzi si è espresso più volte: “Le inchieste dei magistrati faranno il loro corso, e fino a prova contraria vale la presunzione di innocenza. Ugualmente, il metodo Stamina va sperimentato e comprovato scientificamente e i suoi responsabili hanno il diritto e il dovere di farlo. Ma questo deve avvenire in condizioni di totale sicurezza per i pazienti e nel rispetto delle regole che la scienza si è data. L’accesso alle cure compassionevoli è un diritto di civiltà, ma anche i malati gravissimi, anche i malati terminali vanno difesi nella loro dignità: nessuno deve usarli come cavie, nessuno deve dare loro false speranze. Molte perplessità sull’atteggiamento di Stamina (e dei media che la supportano) sono state espresse per prime, già da anni, anche da molte associazioni di famiglie di bambini ammalati (da quelli affetti da Sma a quelli distrofici). Certamente loro non possono essere accusati di avere fantomatici interessi corporativi o economici da difendere, se non la vita dei loro figli, eppure esprimono dubbi legittimi sul clamore intorno al caso Stamina e su come viene raccontato e strumentalizzato”.

Tra il 2010 e il 2011, furono ricoverati cinque bambini affetti da Sma –atrofia muscolare e spinale, e sottoposti al trattamento stamina. Uno dei cinque bambini è morto per insufficienza respiratoria a 18 mesi di vita; stessa sorte per un altro paziente dell’età di un anno, deceduto successivamente alla quinta iniezione sempre a causa di un’insufficienza respiratoria. Gli altri tre non hanno avuto miglioramenti ma hanno avuto bisogno di supporto per respirare e nutrirsi. Si evidenzia così un decorso clinico che nei pazienti non rivela un effettivo stato di miglioramento che possa definirsi accettabile.

Nel frattempo la piccola Sofia, in seguito alla più recente sentenza del Tribunale, è stata sottoposta alla seconda infusione di cellule agli Spedali Civili di Brescia secondo il metodo Stamina, nonostante non sia approvato da AIFA e dal Ministero.

Concludo con un opinione ben più autorevole della mia, inviata al ministro Balduzzi dalla comunità scientifica, da accademici e scienziati. Nella lettera si chiede di non autorizzare cure potenzialmente letali, sull’onda di uno sconvolgimento emotivo, che genera il caso della piccola malata.

Pubblico interamente la petizione con i rispettivi firmatari.

 

Signor Ministro, la comunità dei ricercatori e medici che lavora per sviluppare attraverso la ricerca e l’innovazione tecnologica trattamenti sicuri ed efficaci contro gravi malattie comuni o rare è perplessa di fronte alla Sua decisione, sull’onda di un sollevamento emotivo, di autorizzare la somministrazione di cellule dette mesenchimali, anche se prodotte in sicurezza da laboratori specializzati. Non esiste nessuna prova che queste cellule abbiano alcuna efficacia nelle malattie per cui sarebbero impiegate.

Non esiste nessuna indicazione scientifica del presunto metodo originale secondo il quale le cellule sarebbero preparate. Ci sembra questo uno stravolgimento dei fondamenti scientifici e morali della medicina, che disconosce la dignità del dramma dei malati e dei loro familiari. Una condizione che abbiamo presente e che ci motiva moralmente ed empaticamente a produrre e garantire risultati attendibili, visibili e pubblici, senza i quali nessuna ipotesi diventerà mai cura.

La libertà di ogni cittadino di curarsi o non curarsi come vuole, non implica l’obbligo del Governo di autorizzare come appropriate sul piano medico le proposte di terapie presunte da parte di chiunque. Scegliere per sé una terapia impropria, o anche solo immaginaria, rientra tra i diritti dell’individuo.

Non rientra tra i diritti dell’individuo decidere quali terapie debbano essere autorizzate dal Governo, e messe in essere nelle strutture pubbliche o private. Non rientra tra i compiti del Governo assicurare che ogni scelta individuale sia tradotta in scelte terapeutiche e misure organizzative delle strutture sanitarie. Non sono le campagne mediatiche lo strumento in base al quale adottare decisioni di carattere medico e sanitario. Il diritto del singolo a curarsi con l’olio di serpente, se così reputa opportuno, non implica la preparazione dell’olio di serpente nella farmacia di un ospedale, né la sua autorizzazione da parte del Governo. L’autorizzazione da parte del Governo a mettere in essere, nelle strutture sanitarie e vigilate, terapie solo presunte, proposte da soggetti o strutture non vigilate, coincide con un riconoscimento pubblico e autorevole, sebbene indiretto, delle stesse terapie agli occhi del grande pubblico. Assicurare che la preparazione tecnica di sospensioni cellulari da infondere ai pazienti avvenga entro laboratori adeguatamente certificati, ed escluda fini di lucro e sospetti di speculazione commerciale non è misura sufficiente. Il governo non può autorizzare terapie improprie, praticate al di fuori sia delle normali linee guida in tema di terapie convalidate, sia della formale sperimentazione clinica.

L’uso cosiddetto «compassionevole» in casi singoli di terapie per le quali non esista conclusiva evidenza di innocuità ed efficacia non deve coincidere con l’autorizzazione ministeriale a mettere in essere nelle strutture sanitarie terapie solo presunte o unilateralmente definite tali, e sembra collidere con lo spirito e la lettera del DM 5/12/2006 che regolamenta (solo approssimativamente) natura, finalità e modi delle terapie dette «compassionevoli».

La neutralità intellettuale e morale scelta dal Ministero, rispetto al vero merito della questione sollevata, oggettivamente incoraggia e supporta pratiche commerciali che direttamente o indirettamente sottendono alla propaganda di terapie presunte, e alimenta un pericoloso corto circuito tra questi interessi e le necessità materiali o morali dei pazienti. Questo corto circuito esclude del tutto il ruolo non solo tecnico, ma anche sociale, educativo e morale della medicina e della conoscenza scientifica; prefigura uno scenario terribile in cui la libera scelta del paziente è confusa con la sua scelta disinformata, anzi mal guidata al fine di farla coincidere con interessi altri e impropri.

Gli ospedali sono ridotti in questo scenario a divenire un mero contenitore entro il quale somministrare presunte terapie da parte di chiunque. Specifici interessi commerciali identificano nelle cosiddette «terapie compassionevoli» un percorso utile ad allentare la vigilanza regolatoria, al fine di estendere progressivamente l’uso di terapie solo presunte ma commerciabili, anche attraverso la creazione di pericolosi precedenti. E’ triste assistere alla diffusione in Italia e in Europa di pratiche (mora confinate a regioni del mondo nelle quali debole è la democrazia come la vigilanza sull’esercizio della medicina e sul commercio di farmaci. E’ infine obbligatorio rimarcare che il trasferimento a strutture sanitarie, riconosciute come tali, di pratiche «terapeutiche» solo presunte o immaginarie viola l’interesse generale della comunità civile e offende, in Italia e fuori, l’immagine del servizio sanitario nazionale e la credibilità del suo Governo, incapace di opporre a campagne mediatiche poco decorose e a interessi diversi, le ragioni autentiche della ragione, dell’umanità, e della medicina.

Paolo Bianco, ORD. DI ANATOMIA PATOLOGICA, DIRETTORE LABORATORIO CELLULE STAMINALI DIR MEDICINA MOLECOLARE, SAPIENZA UNIVERSITÀ ROMA;

Andrea Biondi, ORD. DI PEDIATRIA, UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA;

Giovanni Boniolo, ORD. DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA, UNIVERSITÀ DI MILANO E IEO;

Gilberto Corbellini, ORD. DI STORIA DELLA MEDICINA, LA SAPIENZA ROMA;

Giulio Cossu, ORD. DI ISTOLOGIA E EMBRIOLOGIA, UNIV. MILANO;

Elena Cattaneo, ORD. DI FARMACOLOGIA, DIRETTORE CENTRO DI RICERCA UNISTEM, UNIV. MILANO;

Michele De Luca, DI. CENTRO DI MEDICINA RIGENERATIVA «STEFANO FERRARI», UNIV. DI MODENA E REGGIO EMILIA;

Silvio Garattini, DIRETTORE IST DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI IRCCS, V ILA\O;

Alberto Mantovani, ORD. DI PATOLOGIA GENERALE, UNIV. DI V ILA\O L DIR. SCIENT. IST. CONICO HUMANITAS, ROZZANO, MILANO;

Graziella Pellegrini, DIR. UNITÀ DI TERAPIA CELLULARE CENTRO «STEFANO FERRARI», UNIV. DI MODENA E REGGIO;

Giuseppe Remuzzi, DIR. DIP DI MEDICINA, OSP RIUNITI DI BERGAMO;

Amedeo Santosuosso, ORD. UNIV. DI PAVIA E GIUDICE CORTE D’APPELLO DI MILANO;

Gianluca Vago, ORD. DI ANATOMIA PATOLOGICA E RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO.

 

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Scritto da Loredana Sansone Pubblicato il 22 marzo 2013

 

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24 Commenti »

  • Giuseppe Cardillo dice:

    Condivido tutto di questo articolo, perfino la punteggiatura!

  • Loredana Sansone dice:

    evviva per la punteggiatura!

  • Gioele dice:

    Ridere insieme sulle porcate che vanno in onda su Le Iene su Italia Uno. La piccola italietta ci crede… Avrei anche un cane… Lo adottate? Ci possiamo commuovere insieme sulle falsita’ che vanno in onda su le iene? ciao polli che ci credete!!! ciao!!!

  • Carmine dice:

    Sarà sicuramente tutto vero. Scientificamente perfetto, punteggiatura compresa. Però vorrei vedervi con vostro figlio/a disteso in un letto senza speranza. Che cosa fareste? la accarezzate e le dite: “figlio mio è scientificamente provato per la tua malattia non esiste cura, abbia pazienza!”. No no no … ve lo dico io cosa fareste: se vidicono che in Papuasia esiste un medico, un santone, un alchimista che ha dato dei benefici (non curato!) ha dei malati voi PRENDETE IL PRIMO VOLO e vi recate in Papuasia! Perchè se non lo fate allora non siete umani…
    E poi mi chiedo: cosa può fare più male di una malattia che mi sta già portando alla fine? mi posso infettare? prender qualche altra cosa? chissenefrega! sono già con un piede nelle fossa! il mio destino è già segnato. Da genitore almeno quando porterò i fiori sulla tomba di mio figlio so che avrò fatto TUTTO TUTTO TUTTO il possibile per il mio angelo. Questo non è scientificamente provato ma è umanamente vero.
    Ps. scusa la punteggiatura imperfetta.

    • Francesco dice:

      Carmine,

      rileggi meglio l’articolo.

      • Loredana Sansone dice:

        Allora. emotivamente, Carmine, mi trovi d’accordo con te, anche se non totalmente e ti spiegherò perchè. Razionalmente no.
        è ovvio ed è più che lecito, che io sarei disposta a dare anche la mia vita per una persona che amo.
        Ma allora, gli altri malati, al pari di Sofia, che non possono permettersi un avvocato così bravo da smuovere celentano e le iene, che non vengono considerati dai ministri, che fine fanno?! e perchè, se sto su un letto aspettando di morire, o di essere curato con qualunque cosa, anche col veleno degli scorpioni (come dice Veronesi), perchè oltre al danno devo subire anche la beffa di essere scavalcato da qualcuno che è stato preso a cuore da un vip?!
        Detto ciò.
        Non concordo scientificamente! Perchè a questo punto, visto che tutto è concesso, visto che è l’onda emotiva che ti permette di fare qualunque cosa, anche la più illegale, allora sarebbe più semplice anche convalidare l’eutanasia come pratica ufficiale, giacchè, magari, molti malati piuttosto che rimanere a letto come vegetali, piuttosto che iniettarsi in corpo qualcosa che magari non mi fa morire oggi, ma domani, preferirebbero porre direttamente fine alle loro sofferenze.
        Non si può creare un precedente per questo.
        va rispettata la malattia e vanno rispettati tutti i malati. non solo i malati “”"”fortunati”"”"”a cui un vip, o il programma di denuncia del momento, hanno deciso di poggiare sopra il loro benevolo sguardo, e lo fanno anche non informandosi correttamente, ma semplicemente sensibilizzando l’opinione pubblica verso una pratica illegale!!!

        • Loredana Sansone dice:

          Scuste. mi è scappato un episodio di congiuntivite. *che io sia.

    • nenanena dice:

      ciao carmine, tutto giusto ciò che dici, ma solo se la cura fosse rivolta a persone con malattie terminali, rivolta a persone destinate alla quiescenza. qui invece si parla di malattie neurologiche e neurodegenerative in generale!
      qualsiasi malattia!!!
      quindi chiunque presenti un problema può fare infusioni.
      se per esempio tra 5 anni il metodo si rivela inefficace o addirittura dannoso per i pazienti sottoposti a infusioni?
      se si sviluppano patologie ancora più gravi come tumori?
      come ci si comporta?che si fa a quel punto?
      tutti in tribunale a denunciare il caso perche non si è rivelato efficace e sicuro?
      qui non bisogna guardare il caso singolo, bisogna estendere il caso a tutta la popolazione!
      e non è cosi facile prendere una decisione…

  • Azza dice:

    quoto in tutto quello che dice Carmine.

    e vi lascio con una citazione che è spesso usata dalle mie parti, un pò volgare e potrebbe risultare offensiva per alcuni (perdonatemi, non è mia intenzione), ma arriva dritta al punto:

    “TROPPO FACILE FARE I BUSONI COL CULO DEGLI ALTRI”.

    • Ratko dice:

      E intanto il Vannoni si frega le decine di migliaia di euro grazie alle “donazioni” richieste ai genitori disperati. Ti pare giusto questo?

  • Anonimo dice:

    [...] [...]

  • giorgio dice:

    Caro Carmine mischiare i sentimenti privati con il ruolo della scienza e delle itituzioni è molto pericoloso. Non contrastare una cura non provata con le regole del metodo scientifico può forse regalare un po’ di speranza al singolo ma rischia di creare dei danni deviando l’attenzione e sviando da altri percorsi terapeutici magari solo lenitivi ma scientificamente provati. Detto ciò è umanamente comprensibile che per i propri cari si cerchi di fare di tutto. Te lo dice uno che, pur non credendoci affatto ed anzi essendo anche schifato dalla speculazione politica che ne fu fatta, si è rivolse al medico di Bella pur di tentare di fare qualcosa per salvare un fratello.

  • Carmine dice:

    Innanzitutto ci terrei a precisare che l’articolo l’ho letto tutto e anche se non sono un medico, biologo, scenziato l’ho capito benissimo.
    Così come ho letto ragioni ed obiezioni di tutti. Molto probabilmente ognuno di noi ha ragione a seconda del punto di vista da dove si osserva la questione. Sono una persona molto razionale, per ogni fenomeno ci deve essere sempre una spiegazione scientifica. Nonostante questo resto della mia opinione, fossi il più grande scenziato della terra proverei qualsiasi cosa per lenire/guarire chi amo, soprattuto un figlio. La questione delle staminali andrebbe regolamentata da leggi più chiare: se con la ricerca e la sperimentazione siamo ancora in alto mare allora le staminali vanno bloccate per TUTTI, senza eccezione alcuna. Così come sono convinto che se esiste una sperimentazione questa debba essere per TUTTI e non solo per chi ha bravi avvocati o riesce a smuovere l’attenzione dei media. Se le leggi sono chiare e giuste allora non ci può essere “onda di emozioni” o “onda mediatica” che possa tenere. Quello che mi auguro di cuore è che presto la cura delle staminali dia i frutti sperati, ma soprattutto che i “soliti interessi” non prevalichino su tutto.

  • loty dice:

    Innanzi tutto: chi non ha vissuto certe situazioni, chiaramente “ragiona” in maniera “razionale”, poiche’ privo di quel patrimonio di altissima sensibilita’ regalato a chi le situazioni invece le ha, li’ vicino (o le comprende in maniera diversa). Per cui e’ inutile e ridicolo dire a Carmine:”rileggi bene l’articolo”, io direi rileggiti bene tu, al di dentro.Perche’, appunto,…E’ TROPPO FACILE FARE I …ecc ecc.(frase citata, che e’ un po’ rozza ma chiarissima!).Inoltre condizionare un dibattimento come questo ad osservazioni del tipo…perche’ lui si e io no…i soliti raccomandati…loro hanno i soldi….mi sembra che esuli. Io dico: i genitori si sono sbattuti e hanno cercato aiuto in ogni direzione, mica sono stati li’ a piangersi addosso o aspettare la manna dal cielo: percio’ ben venga se necessario anche l’aiuto dei vip (cos’e', siamo invidiosi quando alcuni con fatica, ce la fanno a raggiungere i loro obiettivi?!) Per finire direi che comunque l’articolo in questione e soprattutto la “spiegazione” finale dei signori “docenti e professori” trasuda di Paura di prevaricazione e di perdeta di potere, prestigio e autorita’ (siamo alle solite….). Se questi signori anziche’ precludere, ragionassero e lavorassero in collaborazione sarebbe molto piu’ costruttivo e utile per tutti (magari, un domani, anche per loro…). P.S. per quanto riguarda la statistica riportata per gli anni 2010/11, la ritengo completamente priva di ogni significato, se non quello di portare l’acqua al mulino di qualcuno.

    • bob dice:

      “P.S. per quanto riguarda la statistica riportata per gli anni 2010/11, la ritengo completamente priva di ogni significato, se non quello di portare l’acqua al mulino di qualcuno.”

      Almeno sono numeri. Vannoni non porta neppure quelli.
      Quante persone ha curato? Con quali risultati? Non si sa….

  • maddalena dice:

    “Caso Sofia e Metodo Stamina. Quando la compassione distoglie dalla scienza.”

    Quando questo tipo di compassione dà fastidio alla casta medica e alle multinazionali farmaceutiche.Chi lo sa perchè.Non bisogna essere “scienziati” per capirlo.Fate schifo sia come uomini che come medici.

    • Giovanni Argento dice:

      La parola “casta” va molto di moda, Maddalena, ma è praticamente vuota di significato. A chi ti riferisci? Fuori i nomi, per favore, così possiamo puntare gli indici tutti nella stessa direzione, e non uno contro l’altro.

      Ti invito comunque a non confondere la compassione con la spericolatezza: TUTTI provano compassione per la vicenda di Sofia e di tutti gli altri malati purtroppo incurabili. Molti sanno bene che non è giusto infliggere loro sofferenze inutili con cure che non sono state nè approvate nè che hanno dimostrato di curare alcunché. Altre persone, invece, insistono nel voler “provare di tutto” pur di salvare i propri cari, e non si rendono conto che li stanno letteralmente massacrando nel fisico e nello spirito.

      Ecco, allora, non confondiamo il desiderio di avere il proprio caro sempre con sé A TUTTI I COSTI con la possibilità di curarlo. Dare a qualcuno una cura che non funziona “perché non si sa mai” non è fare il suo bene, è egoismo bello e buono.

    • nenanena dice:

      cara maddalena, quanta cattiveria!!!
      purtroppo le multinazionali di questi casi non se ne fanno proprio niente visto che si parla di malattie rare!!!!RARE!!!
      cio vuol dire che sono poche le persone da curare rispetto alla totalita della popolazione…di sicuro non fanno i soldi con loro!!!
      una cosa giusta l’hai detta “bisogna essere scienziati per capirlo” si hai detto bene ci sono protocolli, procedure e steps che te neanche immagini prima di poter dire SI QUESTO FARMACO FUNZIONA.
      purtroppo non è facile, gli scienziati che fanno “schifo” ti vorrei ricordare che la bacchetta magica per alcune cose ancora non ce l’hanno!!!

  • Nicolas dice:

    Credo che qui nessuno stia criticando il disperato tentativo dei genitori di provare tutto. È una reazione concepibile e anzi ci si stupirebbe se un genitore lasciasse morire il figlio con spensieratezza. La criticità si trova nelle istituzioni che hanno permesso che si scavalcasse la scelta di persone competenti e che si creasse un precedente. e la terapia non è stata approvata ci sarà un motivo, inoltre or

  • Nicolas dice:

    Credo che qui nessuno stia criticando il disperato tentativo dei genitori di provare tutto. È una reazione concepibile e anzi ci si stupirebbe se un genitore lasciasse morire il figlio con spensieratezza. La criticità si trova nelle istituzioni che hanno permesso che si scavalcasse la scelta di persone competenti e che si creasse un precedente. Non capisco perché il parere di esperti deve venire in questi casi messo da parte e i suddetti esperti martirizzati. Non è per poca umanità che si chiede di non curare ma perché per competenza sanno che non funzione e che anzi magari è dannosa. Per parafrasare Uberto Veronesi: “I genitori possono chiedere quello che vogliono e hanno il diritto e il dovere come genitori di farlo, ma proprio perché sono coinvolti non le istituzioni non dovrebbero assecondare ogni loro capriccio.”

  • Nicolas dice:

    Scusate per il primo commento, questi maledetti smartphone hanno i tasti troppo piccoli per le mie dita e mi è scappato l’invio. :p

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