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Un’ipotesi significativa, ma è solo una teoria. Sette parole della scienza usate male

Mi sono presa la libertà di tradurre un articolo molto interessante di Scientific American. Prima di avventurarmici, ho cercato se fosse già disponibile una traduzione, per non entrare in conflitto con il giornale/sito/blog che avesse già divulgato il testo. Non l’ho trovata. Per questo dichiaro che il testo che segue è frutto integrale del mio ingegno e del mio tempo. Se qualcuno trovasse una traduzione pre-esistente o più autorevole, si senta libero di segnalarcelo. [Sabrina]

 

Ipotesi. Teoria. Legge. Questi termini scientifici vengono pronunciati di frequente, eppure la gente comune ne fraintende spesso il significato. “La gente comune utilizza impropriamente i termini ipotesi, teoria e legge a tal punto che gli scienziati dovrebbero smettere di usarli”, scrive il fisico Rhett Allain della Southeastern Lousiana University. “Una parola come teoria è un termine tecnico scientifico”, spiega invece Michael Fayer, un chimico dell’Università di Stanford. “Il fatto che molte persone sbaglino nel coglierne il significato corretto non significa che dovremmo smettere di usarlo. Significa che abbiamo bisogno di una migliore educazione scientifica.”

Da teoria a significativo, ecco sette termini scientifici che vengono spesso usati in modo improprio.

1. Ipotesi
Un’ipotesi è una spiegazione proposta ed effettivamente verificabile per un dato fenomeno. Ma “se chiediamo in giro cosa sia un’ipotesi, ci sentiamo immediatamente rispondere supposizione”, dice Allain.

2. Solo una teoria?
I negazionisti dei cambiamenti climatici e i creazionisti [e non solo, NdT] utilizzano la parola teoria per gettare un’ombra di dubbio sui cambiamenti climatici e l’evoluzione. “È come se non fossero veri solo perché sono delle teorie”, dice Allain. Questo avviene a dispetto delle prove schiaccianti che supportano sia i cambiamenti climatici indotti dall’uomo sia la teoria dell’evoluzione di Darwin. Il problema risiede nel fatto che la parola teoria ha un significato nel linguaggio comune molto diverso da quello scientifico: una teoria scientifica è una spiegazione di un qualche fenomeno che è stata validata attraverso esperimenti ripetuti [ne avevamo già parlato, NdT]. Ma per il cittadino medio, una teoria è solo un’idea che vive nella testa di qualcuno.

3. Modello
Nemmeno la parola modello è scevra da fraintendimenti. Il termine non si riferisce solo alle automobiline giocattolo, ma assume significati diversi persino in ambito scientifico. Un modello climatico, per esempio, è molto diverso da un modello matematico.

4. Scetticismo
Quando la gente si rifiuta di riconoscere i cambiamenti climatici [e non solo ari-NdT], i mezzi di comunicazione si riferiscono spesso a questi individui come “scettici”. “Ma questo epiteto dà loro persino troppo credito”, scrive uno scienziato del clima della Pennsylvania State University. “La semplice negazione delle conoscenze comunemente accettate basata su critiche inconsistenti non è affatto scetticismo. È cocciutaggine… o negazionismo”, dice Mann. Al contrario, i veri scettici sono aperti all’evidenza scientifica e sono disposti a valutarla oggettivamente. “Tutti gli scienziati dovrebbero essere scettici. Il vero scetticismo è, come lo descriveva Carl Sagan [quello del drago nel garage, NdT], “il meccanismo auto-correttivo” della scienza”.

5. Natura vs. cultura
“Anche la locuzione natura contro cultura dà agli scienziati un gran mal di testa, in quanto iper-semplifica un concetto molto complicato”, racconta Dan Kruger, un biologo evoluzionista dell’Università del Michigan. I geni possono influenzare gli esseri umani, ma lo fanno anche i cambiamenti epigenetici. Queste modificazioni alterano quali geni vengono attivati, e sono sia ereditabili sia facilmente influenzate dall’ambiente. “L’ambiente che altera il comportamento umano può essere qualunque cosa, dalle sostanze chimiche cui il feto è esposto nell’utero sino all’avversione che alcuni individui nutrono verso un certo alimento che erano costretti a mangiare da bambini”, spiega Kruger. Tutti questi fattori interagiscono in modo complicato e imprevedibile.

6. Significativo
Un altro termine che fa stridere i denti agli scienziati è significativo. “È una parola molto subdola. Significa statisticamente rilevante o importante?” dice Michael O’Brien, preside del College of Arts and Science all’Università del Missouri. In statistica, un evento è considerato significativo se la sua occorrenza non è casuale. Tuttavia, la significatività è scorrelata dall’importanza – intesa nell’accezione comune del termine – dell’evento.

7. Naturale
Naturale
è un altro spauracchio per gli scienziati. Il vocabolo è diventato sinonimo di virtuoso, salutare o buono. Ma non tutto quello che è artificiale è dannoso, e non tutto quello che è naturale è buono [ricordo, tra gli altri, un bravissimo scienziato e blogger italiano che affronta spesso questo argomento, NdT]. “L’uranio è naturale, ma se te lo inietti muori”, dice Kruger. “A braccetto con naturale va la parola organico”, continua. “Mentre per gli scienziati organico significa solo “a base di carbonio”, il termine è oggi usato per descrivere pesche senza pesticidi e lenzuola di cotone di lusso”.

 

La mala educazione

Il vero problema è che le persone non ricevono una rigorosa educazione scientifica a scuola. Il risultato è che il pubblico non capisce come le spiegazioni scientifiche siano formate, testate e accettate. “Per di più, il cervello umano potrebbe non essersi ancora evoluto sino a comprendere intuitivamente concetti chiave come ipotesi o teoria”, dice Kruger. Molte persone tendono ad usare “scorciatoie mentali” per dare un senso alla cacofonia di informazioni con cui sono bombardati quotidianamente. Una di queste tendenze è quella di fare una “distinzione binaria tra concetti assoluti come vero e falso”, dice Kruger [come per il caso di Roberta Benetti: la gente non concepisce soluzioni "parziali" come una ricerca in corso; se non è una cura, non esiste, NdT]. “Nella scienza si tratta più di un percorso continuo. La nostra comprensione del mondo è in continua evoluzione”.

 

Un mio commento

Personalmente, ricordo un episodio avvenuto durante i miei studi universitari. Andai a seguire un seminario di dipartimento sulla comunicazione della scienza. Il relatore non me ne vorrà – qualora ci leggesse e si riconoscesse nelle mie parole – ma non ne ricordo affatto il nome. Rimasi però folgorata da un esempio che aveva portato: se fermiamo per strada un campione random di persone e chiediamo loro chi ha scritto la Divina Commedia, siamo certi della loro risposta. Non solo: chi non sapesse rispondere verrebbe tacciato immediatamente dalla società tutta come ignorante. Chiediamo poi alle stesse persone cosa sia l’elettronica – che per inciso è molto più presente della Divina Commedia nel quotidiano della maggioranza della popolazione. La risposta più articolata in mezzo ad un esercito di sguardi bovini, diceva il relatore, era “qualcosa che ha a che fare con gli elettroni”.

Eppure tutti i giorni compiamo scelte commerciali basate su questa o quella funzionalità. Tutti i giorni ci sciacquiamo la bocca con termini anglofoni per vantarci dei nostri dispositivi. Ha ancora senso la classica scusa “non mi è mai piaciuta la matematica/fisica/chimica”?. Estrapoliamo poi questo paradosso a materie meno amene: la medicina e la sanità, per esempio. Con quale cognizione di causa ci si schiera a favore o contro certe cure? Con quali competenze si accettano o rifiutano certi pareri (il sito Medbunker offre, purtroppo o per fortuna, centinaia di esempi notevoli)?

Ora, va da sé che non si possa essere esperti di tutto, ma lo spirito critico, quello sì, si può imparare e dovrebbe essere insegnato insieme all’ABC.

Credits: clicca l'immagine.

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Scritto da Sabrina Pubblicato il 11 aprile 2013

 

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8 Commenti »

  • Grande Gigante Gentile dice:

    Mi permetto di aggiungerne tre:
    - Biologico
    - Ecologia/ecologico
    - Vivisezione

    Stavo giusto scrivendo un articoletto che contenesse una sorta di “dizionario comparato” linguaggio scientifico/linguaggio comune, grazie dell’ottimo materiale fornito! :-)

    • Sabrina dice:

      Complimenti per il blog!
      Attingi pure a piene mani: “paga” Scientific American ;)

  • Luciano dice:

    Purtroppo vero, a parte, forse, l’esempio fuori luogo sulla Divina Commedia. In fondo è a Dante che si fa riferire la nascita della lingua italiana, che dovrebbe essere ben più presente che l’elettronica… Oddio !!! forse è giusto così… in effetti, oggi, chi parla più l’italiano? ;-)

    Luciano

    • Sabrina dice:

      Però a scuola non si studia glottologia, si studia letteratura, e a livello nozionistico è inaccettabile non sapere chi fosse Dante.
      Al contempo però nell’opionione comune è molto più perdonabile non sapere nulla di matematica o fisica o chimica (o anche solo logica, se guardiamo gli esiti della prova a risposta chiusa del MIUR e le relative rimostranze).
      Quello che io mi chiedo — ed evidentemente se lo chiedeva anche il relatore del seminario — è perché questo accada, a dispetto del fatto che l’entusiasmo collettivo sia tutto rivolto all’ultimo modello di Retina Display (o chi per esso) e non certo all’ultima edizione rilegata della Divina Commedia con note a piè di pagina.

  • Kristian dice:

    Aggiungerei :
    Sostenibile
    Energia

    Il “problema Dante” era già stato evidenziato da Snow in Le due culture.

    • Sabrina dice:

      Ottimo: significa che non me lo sono immaginato, il seminario ;)