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C’è un po’ di Steve in ogni dove

 

Steve Jobs ci ha lasciato da pochissimo, e per sempre. Nel corso della sua sregolata vita ha creato attorno a sè un universo fatto di visioni, e ha permesso a molte persone di toccare il futuro. Senza volerlo (certo non era il suo primo obiettivo: ma è successo e basta), ha persino cambiato il modo di fare medicina, e di fare scienza più in generale. Ad esempio, gli iPad sono diventati cartelle cliniche elettroniche; e gli iPhone stanno aiutando i ricercatori a dosare composti, sbirciare la letteratura scientifica e fare calcoli su molecole e reagenti. Una cosa che pochi anni fa era ancora inimmaginabile, quando ero ancora al bancone da laboratorio (anche perchè nei laboratori italiani mancano persino carta e penna, figuriamoci la tecnologia).

Senza avere l’intento di fare una carrellata esaustiva, ecco tre applicazioni “da ricercatore” che si possono installare su un iPhone o un iPad. Sono in realtà migliaia, ma ho scelto queste per far vedere quanto a fondo si può andare con questi strumenti, e quanto si può rivoluzionare una cosa già di per sè rivoluzionaria (la scienza, baby).

CD Antigens Information Finder

Questa applicazione è un database per le molecole “CD”, ovvero i cosiddetti antigeni di superficie. Ogni cellula ha un suo set caratteristico di antigeni, e gli anticorpi (una delle armi del nostro sistema immunitario) sono efficaci proprio perchè sono capaci di riconoscere un solo e un singolo antigene di superficie. Ciascuno di noi ha milioni di anticorpi diversi: ciascuno di questi, a sua volta, riconosce uno e un solo antigene CD.
Se vi sembra complicato, pensate ai gruppi sanguigni: sono anche loro antigeni, esposti sulla superficie dei globuli rossi. Chi ha il gruppo A, ha antigeni di tipo “A”. Chi ha il gruppo B, ha antigeni “B”. Chi ha il gruppo AB (ormai siete bravi a far da soli) ha entrambi gli antigeni. E chi ha il gruppo zero, gli antigeni non li ha affatto (e quindi può fare il donatore universale, perchè nessun anticorpo vede – e quindi distrugge – quei globuli rossi).

Insomma, facciamola breve: questa app è un database di antigeni che riporta minuziosamente i loro pesi molecolari, le famiglie di appartenenza, le strutture, il modo con cui le cellule li producono e un sacco di altre cose. A voi potrebbe non interessare, ma per un ricercatore sono informazioni preziose, e tutte riunite in pochi centimetri di tecnologia.

 

Biological Buffer Calculator

Questa app è un po’ più intuitiva. In laboratorio si usano un sacco di reagenti diversi: liquidi in cui far crescere determinate cellule, soluzioni per lavare i vetrini dei microscopi, pappette per iniettare il DNA in certi esperimenti… l’elenco è infinito.
Ognuno di questi liquidi (o “buffer”) ha la sua ricetta: e ogni laboratorio ha una ricetta tutta sua, con varianti e migliorie conquistate nel corso degli anni. Un po’ come il ragù, che a seconda della Regione d’Italia si fa in un  modo piuttosto che in un altro.
Il Buffer Calculator è un libro di ricette di questi liquidi da esperimento; invece di decine di quaderni polverosi, la soluzione che cercavi sta nel palmo della tua mano (o in tasca, visto che con i guanti di lattice lo schermo dell’iPhone funziona male).

 

 

 

 

DNA/RNA/Protein and General Molecular Weight Calculator

Tutti più o meno sapete cos’è il DNA, no? E magari avete sentito parlare anche del gemello malvagio, l’RNA. Questa app è capace di calcolare il peso molecolare di una sequenza di nucleotidi (i “mattoncini” che compongono l’informazione genetica nel DNA, ovvero le famose quattro lettere A, C, T, G). E può farlo anche con le proteine, se si scrivono in sequenza le lettere corrispondenti ai suoi mattoncini (gli amminoacidi).
Infine, per i più pigri, contiene anche una lista dei 1.200 composti organici e inorganici più utilizzati in laboratorio, così come una lista di elementi chimici da infilare nelle formule degli esperimenti.

 

 

 

 

 

 

In conclusione, Steve Jobs non aveva certo in mente tutto questo quando ha creato i suoi strumenti. Ma mi piace pensare che, in fondo in fondo, sapesse bene – e si inorgoglisse – di aver dato a tutti la possibilità di arrivare a quello che volevano da soli, con le loro energie. Lui ci ha dato un’idea, e ci ha dato il modo di adattarla alle nostre esigenze. Adesso sta a noi continuare sulla stessa strada. Che poi è la stessa della scienza, no?

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Scritto da Giovanni Argento Pubblicato il 7 ottobre 2011

 

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