Alan Turing, e quella mela morsicata che ce l’ha tolto per sempre
Il 2012 è l’anno dedicato ad Alan Turing, geniale scienziato e padre dell’informatica moderna. Nato il 23 giugno 1912, quindi esattamente cento anni fa, è noto soprattutto per la cosiddetta Macchina di Turing, il dispositivo da cui origina ogni computer (che Alan descrisse quando aveva solo 24 anni!), così come per il Test di Turing, una sorta di procedimento per distinguere un umano da una macchina, o per capire se una macchina è in grado di pensare.
La macchina di Turing, molto semplicemente, è una cosa in grado di manipolare dei simboli seguendo un insieme di regole prestabilite (il “programma”). Oggi questo programma lo chiamiamo software, ed è proprio lo schema che guida le azioni di ogni cervello elettronico.
Una macchina di Turing, concettualmente, è molto semplice: c’è una memoria su cui vengono lette e salvate le informazioni; una testina capace di leggere e scrivere; e un set di istruzioni che dicono alla macchina come comportarsi. Tutto qui: con questo si è riusciti a concepire qualsiasi dispositivo elettronico, dai cellulari ultimo modello ai computer che ci hanno portato sulla Luna. E anche il Tamagotchi, per chi ha abbastanza anni per ricordarselo (mi spiace Alan, non poteva essere tutta rose e fiori).
Se volete giocare con una macchina di Turing potete guardare tra i doodle di Google: ce n’è proprio uno dedicato ai cento anni dalla nascita del geniale scienziato, perfettamente funzionante.
Se invece siete pigri, o non avete capito come funziona, potete semplicemente stare a guardare una macchina di Turing fatta coi Lego.
In ogni caso, la vita del povero Alan è stata decisamente burrascosa. Impiegato dagli inglesi come crittografo per decifrare i messaggi in codice dei nazisti, fu brutalmente perseguitato a causa della sua omosessualità, trattato come un criminale e costretto ad assumere ormoni per la castrazione chimica. Nel 2009 l’allora primo ministro inglese Gordon Brown si scusò ufficialmente per quelle persecuzioni omofobe: “Per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, ti saresti meritato di meglio”.
Alan morì a 41 anni, nel 1954, morsicando una mela avvelenata con cianuro di potassio. Forse si è suicidato, forse no: la versione ufficiale parla di suicidio, ma è stata contestata a più riprese. La leggenda dice comunque che Turing prese spunto dalla favola di Biancaneve, che aveva sempre adorato.
E proprio quella mela morsicata compare come simbolo della Apple, che senza le geniali intuizioni di Turing non esisterebbe nemmeno. Lo so, Steve Jobs ha smentito che quella del suicidio di Turing fosse la storia dietro alla scelta del loro simbolo. Però, che io sappia, non ha nemmeno mai confermato che il “morso” della mela fosse lì proprio perché in inglese “morso” si dice “bite”, molto simile al byte che è l’unità di memoria dei computer.
Insomma, Steve Jobs poteva dire quello che voleva. Ma io, quando guardo quella mela morsicata, penso sempre ad Alan Turing e gli dico grazie.
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