Cinquanta sfumature di giornalismo. Il limone miracoloso e i calcoli (che non tornano)

meglio limonare o fare i calcoli? La nostra opinione è chiara
Qualche giorno fa, leggendo qui e là su Internet, sono rimasto colpito da un articolo scritto sull’Huffington Post Italia, dal suo titolo e dalle prime righe (che vi riporto qui):
Calcoli renali: tutti i benefici del succo di limone
Se vi piace il limone, da oggi, avete un alleato in più contro i calcoli renali. Secondo uno studio dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Bergamo, infatti, la patologia si può prevenire bevendo mezzo bicchiere di succo di limone al giorno. “Meglio dei farmaci – sostengono i ricercatori – perché il limone non ha controindicazioni”. La ricerca, condotta con il sostegno del Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa Igp, è stata illustrata oggi nei dettagli a Bergamo nella sede dell’Istituto di Villa Camozzi. [...]
Sono rimasto colpito, dicevo, perché uno studio sostenuto (economicamente, si suppone) da un consorzio che tutela il limone probabilmente non concluderà mai che il limone è pericoloso. E ci mancherebbe: sennò verrebbe meno al suo ruolo di “tutela” del limone stesso. Leggendo l’articolo, pensavo che sarebbe bello fare la stessa analisi in un laboratorio indipendente, senza conflitti di interessi, e capire se il limone fa davvero bene o no.
Poi però mi son detto: ma questa notizia l’ha scritta anche qualche altro giornale? E se sì, come l’ha scritta?
Cercando su Google e sui quotidiani mi sono trovato davanti una situazione davvero bizzarra, tanto che ho deciso di chiamarla tra me e me cinquanta sfumature di giornalismo. Abusata, è vero, ma mi piaceva il lato sexy della faccenda, e del resto qui si sta parlando di limoni: il passo verso il limonare è davvero breve.
Il giorno stesso dell’Huffington Post pubblica un articolo simile il Corriere della Sera, sulle pagine dedicate a Bergamo. Il titolo è sobrio (“Il limone rimedio naturale per calcoli renali“), ma l’articolo la spara subito grossa, già nelle prime righe: “Il 18 per cento degli italiani può tirare un sospiro di sollievo. Perchè da oggi le persone che soffrono di calcoli renali e coliche avranno un rimedio in più, e anche naturale, per combattere le enormi sofferenze provocate dalla patologia: bere mezzo bicchiere di succo di limone ogni giorno“. Inoltre, in tutto il pezzo NON SI PARLA AFFATTO del Consorzio di Tutela del limone. Significa che i lettori di questo articolo non possono minimamente sospettare l’eventuale conflitto d’interessi.
Peraltro, una curiosità: nel pezzo viene (giustamente) intervistato Giuseppe Remuzzi del Mario Negri, che sinceramente è un ottimo ricercatore e sicuramente sa quello che fa. C’è un però: Remuzzi scrive sul Corriere della Sera, spesso e volentieri (abbiamo ripreso noi stessi due suoi articoli). Quindi in questo articolo sono nascosti due conflitti d’interesse: il primo è quello del Consorzio non citato; il secondo è che sul Corriere si “pubblicizza” (termine improprio, certo, lo uso solo per semplificare) il lavoro di qualcuno che scrive su quelle stesse pagine, senza rendere esplicito questo collegamento.
La cosa sarebbe già divertente così, se non fosse che lo stesso Corriere, il giorno dopo, pubblica di nuovo l’articolo, cambiandolo un po’ e mettendolo nelle pagine dedicate alla nutrizione. Quanti giornali conoscete che pubblicano due volte la stessa notizia in due giorni? Scommetto pochissimi. Quanti ne conoscete, invece, che pubblicano due volte lo stesso articolo e hanno tra i suoi autori un ricercatore coinvolto nello studio di cui si parla? Ora ne conoscete almeno uno. In questo nuovo articolo, il limone “funziona contro i calcoli renali”: qui finalmente si cita il Consorzio del limone nelle prime righe, anche se si intervista di nuovo Remuzzi senza ricordare che scrive lui stesso sul Corriere. Pazienza.
Però voi mi conoscete, e non potete mica pensare che mi sia fermato qui a indagare. Allora ho cercato ancora, e ho trovato questo articolo cartaceo dell’Eco di Bergamo. Un articolo che finalmente dice le cose come stanno, e bene.
Il titolo è sobrio, e l’articolo inizia spiegando che i test sul limone sono solo “la domanda” che si sono posti i ricercatori, e che “è presto per dare una risposta“: lo studio è iniziato nel 2009, e “durerà anni“. Poi, colpo di scena: Remuzzi viene intervistato (giustamente, lo ribadisco) ma adesso prima di lui parlano altri due medici, che sono “i medici responsabili della ricerca“, e sono loro stessi a dire che i risultati sul limone arriveranno solo nel 2015. Quindi gli altri articoli, al di là dei possibili conflitti d’interesse, non avevano capito niente: hanno dato per certo un risultato scientifico che non c’è ancora. Com’è che questo non c’era scritto, sul Corriere e sull’Huffington Post? Forse la risposta sta nelle ultime righe: a moderare l’incontro era Mario Pappagallo, noto giornalista del Corriere della Sera.
E allora il quadro si fa un po’ più chiaro…
p.s. All’autore dell’articolo dell’Eco di Bergamo voglio sinceramente fare i miei complimenti: il suo è un pezzo davvero equilibrato ed esaustivo. Peccato che i giornali più blasonati non abbiano giornalisti così…
Tag:cinquanta sfumature, Corriere della Sera, Eco di Bergamo, Giuseppe Remuzzi, Huffington Post, limonare, limone, Mario Negri
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