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Dalla guerra tra Edison e Tesla, agli AC/DC (in sole due mosse)

Chi ricorda il Celebrity Deathmatch, il programma di animazione in cui due personaggi famosi si scontrano sino alla morte sfoderando armi e mosse del tutto improbabili? Ecco, se questo programma esistesse ancora mi piacerebbe suggerire un episodio – una rivisitazione storica, addirittura – che vedesse due grandi inventori del XIX secolo coinvolti in uno scontro… elettrizzante.

Sì, perché una lotta (univoca, in verità) senza esclusione di colpi è avvenuta veramente tra Thomas Alva Edison e Nikola Tesla + George Westinghouse, ed è passata alla storia col nome di Guerra delle Correnti.

Il background è il seguente: dopo l’invenzione della lampadina nel 1879, Edison fece una fortuna costruendo impianti a corrente continua (DC) in tutti gli Stati Uniti. Tuttavia le limitazioni di questa tecnologia gli erano già evidenti: era difatti molto difficile trasportare la corrente elettrica per lunghe distanze senza perderne una frazione sostanziale. Si rivolse pertanto all’allora ventottenne Nikola Tesla, commissionandogli l’invenzione di un sistema più efficiente di trasporto della corrente e promettendogli una ricompensa sostanziosa in caso di successo. Tesla introdusse quindi il concetto di corrente alternata (AC), che consentiva di trasportare correnti ad alto potenziale per lunghe distanze con perdite trascurabili. La sua idea fu tuttavia scartata da Edison, che – si dice – rifiutò persino di pagargli il lavoro svolto.

Più lungimirante fu invece George Westinghouse, che si mise in affari con Tesla ed iniziò il suo lavoro di installazione di generatori AC in tutto il paese, concentrandosi nelle zone che i dispositivi di Edison non potevano raggiungere. La minaccia alla sicurezza economica di Edison diventava più palpabile di giorno in giorno.

La “brillante” idea di iniziare una campagna diffamatoria nei confronti della corrente alternata venne ad Edison quando un dentista di Buffalo, Alfred Southwick, gli chiese una consulenza su come realizzare un’esecuzione più umana dei condannati a morte. Sebbene contrario alla pena capitale, Edison colse l’occasione per dimostrare la (potenziale, NdA) letalità della corrente alternata. A partire dal 1888, veri e propri eventi pubblicitari – ai quali erano naturalmente invitati i giornalisti e tutti gli interessati – dimostravano l’elettrocuzione di cani randagi, gatti, cavalli e vitelli.

Presto lo stato di New York si convinse che l’elettrocuzione era il metodo più efficiente per l’esecuzione di un essere umano. “Sarà talmente veloce che il criminale non soffrirà nemmeno”, promise Edison. Per suggellare la diffidenza che nel frattempo egli stesso aveva instillato negli utenti americani verso la corrente alternata, Edison dichiarò che il condannato sarebbe stato “Westinghousato”. Nonostante l’appello di Westinghouse alla Corte Suprema per annullare la sentenza in quanto “insolita e crudele”, il 6 agosto 1890 la prima elettrocuzione di un essere umano impiegò diversi minuti prima di diventare un’esecuzione a tutti gli effetti. Non pago, Edison si concentrò in seguito sull’esecuzione pubblica di un’elefantessa del circo che aveva ucciso tre persone – una delle quali aveva tentato di farle fumare una sigaretta.

Nonostante la campagna diffamatoria, la superiorità della corrente alternata fu riconosciuta e Westinghouse vinse l’appalto per l’illuminazione della Chicago World’s Fair, affermando così la corrente AC come il nuovo standard industriale.

 

Tutto è bene quel che finisce bene? Forse. Forse come nel caso di tutte le grandi truffe scientifiche, la verità è destinata a venire a galla, ma questa vicenda dà da pensare. La propaganda portata avanti da Edison si basa su una tattica ben nota nel marketing e in tutti gli ambiti regolati dalla competizione tra più parti. La strategia si chiama Fear, Uncertainty and Doubt (Paura, Incertezza e Dubbio) e si basa sulla divulgazione di notizie inesatte, vaghe ed ambigue allo scopo di influenzare un pubblico di utenti o acquirenti. Smascherare queste campagne è spesso difficile, soprattutto perché anche i mezzi di comunicazione ufficiali, a loro volta, possono essere manipolati e diffondere notizie mendaci. La sezione Stampa Cattiva di questo blog offre decine di spunti di riflessione. A volte si può trattare di semplice ignoranza (come quando si ha un’idea psichedelica della biologia), che seppur in buona fede non è comunque concepibile a certi livelli; altre volte si può trattare di disinformazione premeditata (il caso dei terremoti fa purtroppo scuola). Come regola d’oro, quando leggiamo degli articoli troppo entusiastici o apocalittici, chiediamoci sempre: a chi giova? “cui prodest scelus, is fecit”: ovvero, “colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l’ha compiuto”.

A me vengono in mente diversi esempi di disinformazione ad hoc, e a voi? Forza con le proposte, ché voglio confrontare le mie impressioni!

 

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Scritto da Sabrina Pubblicato il 20 settembre 2012

 

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10 Commenti »

  • Giuseppe Cardillo dice:

    mah…così a volo: vogliamo parlare dell’aviaria e della suina (e meno male che non si sono messi a cantare tutta la vecchia fattoria…)? “La suina farà più morti della spagnola”, “Vacciniamo tutti”…
    Risultato: una decina di morti in tutto il mondo (cardiopatici e diabetici scompensati che sarebbero morti anche col raffreddore), milioni di euro (40 se non erro) spesi solo in Italia a favore della Novartis per acquistare i vaccini, una campagna vaccinale disastrosa perché praticamente nessuno si è vaccinato, milioni di vaccini buttati. Nel mio laboratorio, di persone risultate positive al virus H1N1 e H1N5 al massimo una quindicina e tutti curati ottimamente col paracetamolo. Milioni di dolalri spesi per il tachiflu…ma il fatto che il maggiore azionista dell’azienda produttrice americana fosse uno della Casa Bianca non conta niente ovviamente…

  • Giovanni Argento dice:

    Hanno sprecato vaccini perché in realtà il virus dell’aviaria era l’H5N1, non l’H1N5! :D
    http://www.who.int/topics/avian_influenza/en/

    Ovviamente Giuseppe, era chiaro che la tua è solo una svista, sto solo scherzando. Ma se non mi tengo allenato come faccio a trovare gli errori, ben più gravi, sui giornali? ;)

  • Giuseppe Cardillo dice:

    Hai ragione!!!! ah la fretta…

  • Lara dice:

    Penso alle martellanti campagne di (dis)informazione vegane e contro la sperimentazione animale
    E non ne parliamo di quello che si sente in giro alla vigilia dei vari referendum

  • Sabrina dice:

    grazie giuseppe e lara!
    a me è anche venuta in mente la truffa assicurativa ad opera dell’ex medico andrew wakefield sulla relazione tra vaccini ed autismo http://medbunker.blogspot.de/2011/12/wakefield-altre-prove-della-truffa.html

    • Lara dice:

      Anche lì, però, si rischia una doppia disinformazione: lo studio di quel medico fu sicuramente fasullo, ma l’indagine appurò “solo” questo. Benissimo sbugiardare quello studio truccato come Moira Orfei, se qualcuno ha ancora il coraggio di prenderlo per buono, ma non va bene dire che l’indagine ha ribaltato le conclusioni dicendo che non c’è correlazione tra vaccini ed autismo: l’unica cosa che ha appurato l’indagine è che quello studio era truccato, ma, attualmente, non c’è nessuno studio che ci dica se la correlazione tra vaccini e autismo esista o no

  • Marco dice:

    Una cosa non capisco, in che modo edison dimostrava che l’alternata era più pericolosa della continua?

    • Lara dice:

      Faceva vedere scene di esecuzione di animali… ma in effetti, con la corrente continua non si rischia(va) la folgorazione? Adesso, immagino di no, visto come viene utilizzata (per quello che so, eh), però all’epoca mi pare di capire che venisse utilizzata in dosi massicce…

  • Uggio Wild Type dice:

    Pensate alle “campagne del terrore” verso le biotecnologie. Spesso gli articoli sono farciti di errori grandi come una casa e di contraddizioni facilmente notabili anche da chi abbia un minimo di conoscenze. Guardate questo articolo delirante

    http://www.ilmanifesto.it/attualita/terra-terra/manip2pz/4e8f1f3f96d7d/?tx_maniabbonatimvc_pi2argomento=BIOTECNOLOGIE&cHash=ae13b6153d47f3d9944b80f57d7434a8

    La «Red per un Cile senza transgenici», composta da una settantina di organizzazioni ambientaliste e associazioni di consumatori, ha denunciato che nel paese sudamericano si stanno realizzando, all’insaputa dell’opinione pubblica, varie piantagioni di specie native di alberi locali clonate e in cui sono stati inseriti geni trangenici. Dice che almeno due specie di alberi delle zone fredde della cordigliera andina, il lenga (Nothofagus pumilio) e il raulí (Nothofagus alpinum), alberi molto utilizzati nelle costruzioni e in falegnameria per l’eccelente legno dai toni rosati che producono, sono coltivati – in segreto – nella nona regione l’Araucabia (nella parte meridionale del paese), in esperimenti condotti sia dall’istituto forestale statale Infor sia dall’impresa Demegen Inc.
    Dale notizie trapelate, queste ricerche non sono nuove in Cile. Infatti, fin dal 2002 e fino al 2008, la joint venture GenFor, basata in Cile, con le imprese biotecnologiche Cellfor (Canada), Interlink (Usa) e la locale Fundación Chile – oltre al Consorcio Genómica Forestal S.A. (che opera nell’Università del Centro de Biotecnología di Concepción, nella regione di Bío Bío) e la VitroGen S.A., appoggiate dall’istituto forestale nazionale e da sei imprese forestali, avevano coltivato ettari di alberi transgenici per renderli resistenti alle malattie e al freddo. Attraverso una tecnologia di embriogenesi somatica della Genfor SA, sono stati introdotti nei pini geni resistenti agli erbicidi. Agli eucalipti sono stati clonati geni con proprietà insetticide e altri tolleranti a funghi defolianti.
    I risultati di queste sperimentazioni non sono mai stati resi pubblici: la giustificazione fu che si trattava di imprese private che effettuavano esperimenti in terreni privati e che si trattava di biotecnologie in pieno sviluppo. Questo però dopo aver ottenuto permessi ad hoc, forzando le norme del Servizio agricolo ufficiale (Sag), le cui norme impongono requisiti di biosicurezza per autorizzare coltivazioni transgeniche in Cile, e di fatto escludono le piantagioni commerciali di alberi.
    Casi analoghi accadono in Finlandia, Francia, Belgio, Australia, Canada, Indonesia, Israele, Nuova Zelanda, Svezia e Giappone. Senza tralasciare la Russia, dove pare che nel 2009 siano stati piantati a San Petersburgo e Novgorod qualcosa come 300.000 pioppi e betulle transgeniche per «frenare la deforestazione e contrastare il cambio climatico». In Cina esistono dal 1987 centinaia di ettari di pioppi transgenici a crescita rapida. Questi boschi transgenici si sono mescolati a quello che restava dei boschi nativi. Negli Usa la transnazionale produttrice di cellulosa, legname e biocombustibili ArbolGen ha programmato di piantare mezzo milione di eucalipti e pioppi transgenici in almeno sette stati, modificati con il batterio Pseudomonas putida per assorbire acque contamínate e ripulire Tnt dai suoli contaminati.
    I rischi ambientali delle monocolture di alberi transgenici sono ormai ben conosciuti e documentati: rappresentano una erosione della biodiversità (per essere resistenti all’aggressione di insetti e perché non producono fiori, frutta né semi) e un aumento dell’inquinamento del suolo (perché comportano un maggiore uso di erbicidi e insetticidi – paradossale, visto che sono modificati proprio per resistere ai parassiti). Senza dimenticare la contaminazione genetica che viene dalla cross-impollinazione con le specie native, e il rischio di veder sviluppare super-insetti e super-infestanti resistenti alle «nuove proprietà» di questi tree-monsters, alberi-mostro, come li sta chiamando la stampa cilena.

    La parte finale è allucinante; ad esempio prima sostiene che le piante GM siano sterili – non producono fiori, frutta né semi – e poi che c’è rischio di incroci con le piante “naturali” – contaminazione genetica che viene dalla cross-impollinazione con le specie native -… Ma non se ne accorgono nemmeno delle cavolate che scrivono?!

  • nico dice:

    La recente notizia che gli OGM fanno venire il tumore sostanziata da un mezzo studio fatto abbastanza male.

    Lasciando pure perdere la bassa qualità dello studio, il gioco perverso di mostrare in prima pagina delle foto di ratti con tumore è veramente non etico.

    E poi chiaramente da questo mezzo studio si deriva senza alcun problema che TUTTI gli OGM fanno venire il tumore all’uomo. E certo…