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“Per la triste storia di quel fegato ho espianto tutta la notte”

A volte, leggendo bene tra le righe, si capisce quanto i giornali manipolino le frasi degli esperti.
Prendete questo esempio: “La Procura di Genova – scrive l’ANSA – ha chiesto il rinvio a giudizio di un medico accusato di o”missione d’atti d’ufficio per il mancato espianto di fegato su una persona morta [...]“.
Facciamo finta di non sapere niente, e chiediamoci che cos’è un espianto.

Ecco una delle prime definizioni trovate in rete:

E’ un intervento chirurgico che consiste nell’asportazione dal ricevente dell’organo precedentemente trapiantato [...] in origine prelevato da un donatore cadavere (oppure vivente nel caso di fegato, rene e intestino) e trapiantato in sostituzione dell’organo nativo malato e compromesso. L’espianto si rende necessario per la grave compromissione dell’organo trapiantato causata dall’insorgenza di complicanze acute, recidiva di malattia, rigetto acuto e a volte per traumi estesi.

Riassumendo, l’espianto è quando hai fatto un trapianto, non è andato bene e devi rimuovere l’organo che hai trapiantato.
Ecco, secondo l’ANSA, un medico è stato rinviato a giudizio perché si è rifiutato di curare in questo modo una persona morta.

In realtà, il medico dovrebbe essersi rifiutato di fare un prelievo di organo da cadavere, non un espianto.
Voi direte: “Stai lì a spaccare il capello! Sarà stata una svista!“.

E invece no. Perché la notizia riporta anche una frase del medico, o del Centro a cui erano stati vietati i trapianti (non si capisce chi dei due parli, a dire il vero), che dice:
Se non si fanno trapianti – fu la giustificazione – non si fanno espianti“.
Mi pare ovvio che gli esperti di trapianti conoscano bene la differenza tra espianto e prelievo.

Quindi qui i dubbi sono:
- l’ANSA ha intervistato una persona che non c’entra niente? (preoccupante) oppure
- l’ANSA ha riportato male il senso dell’intervista? (preoccupante) oppure
- l’ANSA ha inventato l’ultima frase per fare scalpore? (molto preoccupante) oppure
- è andata davvero così, e un medico è stato ingiustamente accusato di non voler salvare una persona già morta da un fegato guasto?

Insomma, secondo me non è tanto il termine sbagliato a fare la differenza.
E’ l’inganno perenne che ci sta dietro.

 

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Scritto da Giovanni Argento Pubblicato il 6 novembre 2012

 

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3 Commenti »

  • Giuseppe Cardillo dice:

    forse la verità è un’altra. Si legge che il fegato fu prelevato da una equipe di Padova. La cosa più logica è che il fegato sia stato trapiantato in questo paziente di Genova e che ci sia stata una complicanza grave post operatoria (rigetto?). Il fegato si doveva espiantare, ma poiché il centro non aveva più l’autorizzazione a fare trapianti, il medico di turno si è rifiutato di fare l’espianto adducendo, giustamente secondo me, che se non è autorizzato a trapiantare non lo è manco ad espiantare. Il mancato espianto dell’organo ha causato il decesso del paziente e quindi l’Autorità Giudiziaria ha aperto un’indagine.

  • Giuseppe Cardillo dice:

    Sarebbe stato più corretto scrivere “La Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio di un medico accusato di omissione d’atti d’ufficio per il mancato espianto di fegato su una persona IN SEGUITO DECEDUTA all’ospedale S. Martino”

  • Giovanni Argento dice:

    Giuseppe, la tua interpretazione è interessante e verosimile, ma spero tu NON abbia ragione. Perché vorrebbe dire che un paziente è morto a causa di un’autorizzazione non concessa, e del fatto che a nessuno è venuto in mente di trasferire il paziente in un centro che invece gli espianti li poteva fare. Dov’è finito il giuramento di Ippocrate?

    Comunque hai ragione tu: se avessero scritto che non hanno fatto l’espianto e che la persona IN SEGUITO è deceduta sarebbe stato perlomeno corretto. Di certo, l’espianto su cadavere non serve proprio a niente…