Sperimentazione animale: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate? (parte I)
Durante la discussione suscitata dall’articolo sulla chiusura di Green Hill sono stato sollecitato da un lettore a leggere ‘L’imperatrice Nuda’ di Hans Ruesch che mira a dimostrare le atrocità della vivisezione e l’inutilità della ricerca in animale.
Come poteva aspettarsi il commentatore che mi ha suggerito il testo, questa lettura mi ha lasciato basito e disgustato.
Tuttavia non mi ha lasciato stupefatto per i motivi che i detrattori della ricerca in animale potrebbero aspettarsi, ma per l’assoluta disonestà intellettuale dell’autore, per la sua superficialità e per la sua incapacità argomentativa.
Nella fattispecie l’autore non fornisce mai dati a supporto delle sue (discutibili) affermazioni, e quando lo fa spesso i dati stessi sono in contrasto con quanto vorrebbe sostenere.
Siccome chi si scaglia contro la ricerca in animale si basa spesso sull’opera di Ruesch, questo articolo mira a dimostrare la povertà di tale lavoro e la sua inconsistenza.
L’opera di Ruesch è molto lunga (circa 200 pagine); per ora riporto (in grassetto) commentandole (in corsivo) solo le prime pagine, ma dalle quali già traspare lo stile e la ‘professionalità’ dell’autore.
Voglio sottolineare che mi sono cimentato in questo lavoro pensando specialmente a coloro che sono contrari alla sperimentazione in animale: chi ha un minimo di conoscenza scientifica e comprende cosa sia la sperimentazione in animale non va oltre il terzo paragrafo del lavoro di Ruesch (quello dei cani e dell’etanolo per intenderci).
Voglio anche mettere in chiaro che non possedere una conoscenza scientifica e non sapere cosa sia la sperimentazione in animale non sono affatto sintomi di ignoranza: Dante e Beethoven hanno contribuito enormemente di più ad elevare l’umanità che il mio misero contributo da ricercatore.
Infine ribadisco anche che ciò non implica affatto che una persona ben documentata debba necessariamente essere favorevole alla sperimentazione in animale: se mi sentissi dire ‘pur comprendendo il valore e la validità della ricerca in animale per me è eticamente inaccettabile che venga eseguita’ la riterrei una posizione accettabile, non compatibile con il mio punto di vista, ma accettabile e strutturata su una analisi ed una riflessione personale.
Il problema dell’opera di Ruesch è che è un’opera di disinformazione che non argomenta e non è consistente dal punto di vista logico: di fatto l’autore ripete sempre ‘la ricerca in animale è brutta perché è brutta ed è inutile perché due più due fa cinque’.
Ovvero, l’autore generalmente non fornisce dati validi a sostegno della propria tesi e quando fornisce dati, basta un’analisi superficiale per rendersi conto che non sono compatibili con la sua tesi.
Buona lettura
L’imperatrice nuda
di Hans Ruesch
Si crocifigge un cane per studiare la durata dell’agonia di Cristo. Si squarta una cagna gravida per osservare l’istinto materno sotto il dolore intenso.
Sicuramente un inizio ad effetto, tuttavia l’autore non riporta nessun riferimento bibliografico per verificare la veridicità delle sue affermazioni. Siccome il suo è formalmente un atto di accusa nei confronti della vivisezione e della sperimentazione in generale è all’accusatore che spetta l’onere della prova. Senza un minimo di documentazione è 1) impossibile verificare la veridicità dei fatti 2) valutare la presenza di motivazioni che l’autore non ha riportato o compreso.
Di fatto l’autore non fornisce praticamente mai riferimenti bibliografici, ogni volta che riterrò necessario un riferimento lo indicherò
Una équipe di cosiddetti scienziati paralizza un branco di gatti, sega via la volta cranica e stuzzica il cervello mentre le bestiole non anestetizzate sono costrette a inalare varie concentrazioni di anidride carbonica, e alla fine si ha la riprova di quanto già si sapeva da anni: che esiste una correlazione tra la concentrazione dell’anidride carbonica nel sangue e gli squilibri nervosi.
MANCA REFERENZA! La finalità è comunque evidente, si sa anche che le radiazioni e l’arsenico uccidono, ma si devono ottenere valutazioni quantitative sulle soglie di tossicità minima, sui dosaggi letali ecc… Queste informazioni sono fondamentali per definire procedure di sicurezza efficaci (quale è la soglia massima di gas che puo’ accumularsi in un determinato ambiente lavorativo, quali sono i primi sintomi che si manifestano ecc…) e terapie per contrastare le intossicazioni, non credo nessuno di noi vorrebbe lavorare in un ambiente in cui c’è una quantità di sostanza X potenzialmente tossica e dopo aver chiesto se quella quantità è nociva sentirsi rispondere ‘boh’ dal proprio capo.
Altri ricercatori immergono in acqua bollente 15.000 animali diversi, poi somministrano a metà di essi un estratto epatico di cui sono note da tempo le proprietà terapeutiche in caso di shock. Com’era da aspettarsi, gli animali trattati col farmaco agonizzano più a lungo degli altri.
MANCA REFERENZA! Di nuovo la finalità comunque è evidente e non consiste nel bollire animali, ma nel trovare procedure per consentire a chi è gravemente ustionato di superare lo shock e sopravvivere. Se qualcuno arriva in ospedale pesantemente ustionato i medici sanno come procedere e magari lo salvano anche grazie a questi esperimenti.
Si costringono dei cani a bere soltanto alcool puro per oltre un anno, per ottenere “la prova scientifica” che l’abuso di alcool è nocivo.
MANCA REFERENZA! ED IN PIU’ E’ SCORRETTO: Come nel caso citato in precedenza sulla CO2 si puo’ anche sapere che una sostanza è tossica, ma bisogna avere parametri quantitativi di tossicità, servono a definire e correlare la dose di alcool con gli effetti sull’organismo, sul sistema nervoso… Possedere tali informazioni non serve a soddisfare una curiosità accademica, ma serve a sviluppare approcci terapeutici di contenimento dei danni o di disintossicazione.
Secondariamente dichiarare che cani sono stati costretti a bere solamente alcool puro per oltre un anno è un’informazione FALSA.
1) I mammiferi non posseggono tutti gli enzimi necessari a produrre i costituenti cellulari a partire da zuccheri semplici o alcool, per cui anche non considerando gli effetti tossici dell’alcool un animale non potrebbe mai sostentarsi nel lungo periodo ad alcool.
A questo link potete trovare alcuni riferimenti alle necessità nutrizionali di un cane
A pagina 4 si riporta chiaramente che i cani non sono capaci di sintetizzare dieci amminoacidi che quindi vanno integrati con la dieta.
2) Anche ipotizzando che l’autore intendesse che, a parte il cibo, ai cani venisse fornito alcool da bere invece dell’acqua, il discorso non ha comunque senso, perché l’organismo ha bisogno d’acqua e l’etanolo puro è un fortissimo disidratante ed è usato per la fissazione di campioni, conservazione di tessuti (senza contare che un ben noto effetto del doposbornia è una sete feroce)…
Quindi un animale che bevesse solo etanolo puro, anche facendo finta che possa sostenersi a livello nutrizionale, morirebbe di sete.
Purtroppo la mancanza di referenze rende impossibile comprendere dove l’autore si stia sbagliando.
Migliaia di topi, conigli e cani, per lo più tracheotomizzati, vengono costretti a fumare sigarette per mesi e anni, e naturalmente molti muoiono: ma gli sperimentatori subito avvertono che non è possibile alcuna trasmissione di dati validi all’uomo.
MANCA REFERENZA! Non è affatto vero che i dati non possano essere trasferiti all’uomo, in questo articolo sono identificate somiglianze e differenze e nell’ultima parte si discute del perché della necessità di sperimentazione in animale.
Due medici universitari somministrano a 12 gatti, ognuno rinchiuso in una scatola, scosse elettriche convulsivanti, distanziate in modo da permettergli di riprendersi dalla convulsione precedente. I 7 gatti che sopravvivono hanno dovuto sopportare 95 di tali scosse, gli altri 5 muoiono prima della fine dell’esperimento. Lo scopo? I medici dichiarano che fino allora non esistevano registrazioni precise delle onde cerebrali di un gatto in preda a convulsioni.
MANCA REFERENZA! I cani e soprattutto i gatti sono soggetti a tremori e crisi simili alle crisi epilettiche. Di fatto le convulsioni sono il principale sintomo di disturbi neurologici nel felino (vedi qui).
Possedere parametri di raffronto è ovviamente importante per distinguere se siano convulsioni (che affliggono il sistema nervoso centrale) o tremori periferici che quindi vanno trattati in modo differente.
Vari cani beagles, noti per la loro indole mite e affettuosa, vengono tormentati da una coppia di scienziati finché, impazziti di dolore, cominciano ad aggredirsi a vicenda. I due scienziati volevano «studiare la delinquenza minorile».
MANCA REFERENZA! E quanto riportato è troppo vago il termine ‘tormentati’ non fornisce alcuna informazione (Sono state usate droghe? Stress psicologico? Carenza di cibo? Danni fisici?) Senza informazioni sulle procedure coinvolte non è possibile comprendere quali fossero le finalità della procedura (e cosa sia stato realmente fatto).
Un noto fisiologo introduce soluzioni di pietra infernale nella mascella dei gatti per ottenere necrosi suppurative, li lascia in questo stato per mesi e mesi, dopodiché annuncia che essi non possono masticare se non tra atroci spasimi.
MANCA REFERENZA! ED E’ SCORRETTO: Sicuramente fa piu’ effetto chiamarla ‘pietra infernale’ ma si tratta di nitrato d’argento ed è comunemente utilizzato in veterinaria proprio per cauterizzare ferite infette. Non per ottenere suppurazioni o necrosi (ha l’effetto esattamente opposto).
Probabilmente lo studio citato dall’autore mirava ad informare che questo trattamento non è adatto contro le infezioni cronicizzanti alla mascella (immagino che quindi abbia salvato gatti e cani dall’applicazione di una terapia scorretta).
Quindi in questo caso o l’autore ha falsificato l’informazione o non l’ha compresa.
Un altro luminare scopre nientemeno che versando acqua bollente su di un gatto «questo diventava molto irrequieto ed emetteva miagolii».
MANCA REFERENZA! Troppo vago. Impossibile chiarire le finalità della cosa e visto che quando l’autore fornisce altri dati sembra non comprenderli è impossibile giudicare le intenzioni dello sperimentatore (posto che sia esistito).
Fatti unici? Casi limite? Magari!
Da uomini con tanto di laurea, giorno per giorno milioni di animali indifesi — soprattutto cani, gatti, conigli, cavie, topi, scimmie, maiali, ma anche cavalli, asini, capre, uccelli e perfino pesci — immobilizzati e imbavagliati e spesso con le corde vocali recise, vengono lentamente accecati con acidi,
MANCA REFERENZA! Comunque immagino si tratti di studi sulle ustioni chimiche, anche in questo caso, la finalità terapeutica è chiara: servono dati su come intervenire se uno si presenta accecato in ospedale. Sui pesci imbavagliati ho qualche dubbio…
avvelenati a piccole dosi,
MANCA REFERENZA! Serve per capire le dosi e gli effetti degli avvelenamenti cronici che sono tipici di determinati ambienti lavorativi in cui gli operai sono esposti a piccole dosi di composti, ma per lunghi periodi.
sottoposti a soffocazione intermittente,
MANCA REFERENZA! Potrebbe servire per capire gli effetti di apnee da sonno e anossie.
infettati con morbi mortali,
MANCA REFERENZA! Ovviamente serve a studiare gli effetti della patologia ed eventuali terapie. Mi aspetto che se uno si ammala di peste voglia che il medico sappia cosa fare, quali antibiotici sono efficaci e quali no. Il principio stesso della vaccinazione (la cui etimologia deriva da vacca) prima dell’avvento dell’ingegneria genetica si basava sull’infettare animali, ottenere da loro una risposta immunitaria e sfruttare i patogeni cosi’ inattivati per vaccinare gli esseri umani. Questa pratica fatta con le croste prodotte dal vaiolo nei bovini, ha permesso di vaccinare gli esseri umani e portare all’estinzione del vaiolo stesso.
Interrompo qui l’analisi di questo primo capitolo introduttivo perché credo che per ora basti cosi’… Invito i lettori, specialmente quelli contrari alla sperimentazione in animale a riflettere sulla qualità dei testi su cui basano le proprie convinzioni. Vi invito anche a non prendere il mio punto di vista per oro colato, ma a documentarvi e verificare che io stesso non abbia compiuto errori: grazie ad internet ora si possono compiere in pochi minuti ricerche che richiedevano settimane o mesi.
Cercate sempre le fonti delle informazioni e se reperite solo informazioni che si riferiscono in modo autoreferenziale al lavoro che state esaminando state molto attenti: nonostante io stesso abbia spesso un’attitudine complottista so che la verità (specie se su fatti importanti e di pubblico dominio) non è patrimonio di pochi eletti. Se le argomentazioni espresse da Tizio sono riportate solo nelle pagine che fanno riferimento al lavoro di Tizio o tale lavoro è estremamente marginale oppure è una bufala campata per aria (ed è campata per aria proprio perché non ha radici ovvero connessioni con la conoscenza condivisa nel resto del mondo).
Parola di Zarathustra
Sperimentazione animale: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate?
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Tag:animalisti, Green Hill, Hans Ruesch, Imperatrice nuda, ricerca, sperimentazione animale, vivisezione
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è vero che mancano tutte le referenze e molte cose scritte non sono vere, bisogna considerare che quel libro è molto vecchio, è stato il primo per shockare le persone in un momento storico in cui la lotta dell’animalismo era appena emergente… e questo libro è stato censurato, spingendo ancora di più le persone a credere che ci fosse qualcosa da nascondere. Sta di fatto che solo perchè mancano le referenze e il libro è esagerato, non vuol dire che alcuni esperimenti sugli animali siano oltremodo crudeli… E gli esperimenti di tossicità sono una di queste cose… ammazzare 300 ratti per scoprire l’LD o la soglia ti tossicità di una sostanza, quando è palesemente noto che le soglie di tossicità fra i vari animali sono estremamente diverse, anzi, alcune sostanze hanno anche effetto opposto!! Basti pensare al cioccolato sui cani.
E la sperimentazione dei farmaci? 4 farmaci su 5 che vengono testati su animali e risultato innoqui a determinate dosi, sull’uomo non sono utilizzabili. Quante volte un farmaco è stato ritirato dal mercato perchè causava ad esempio gravi malformazioni del feto nelle donne gravide… però sugli animali non faceva nulla… Se usare gli animali per il bene dell’uomo significa questo mi sembra un concetto un po’ strano. Inoltre esistono oggi validissimi metodi alternativi….
Ad esempio per quanto riguarda lo studio di sostanze tossiche, gli studi epidemiologici hanno fornito utilissimi dati.
Inoltre, sappiamo benissimo che, ad esempio, lo sviluppo di malattie in diverse specie è molto diverso, tentare di ricreare ad esempio un tumore umano in un topo, non ha molto senso… dovrebbero essere cellule umane perchè si possa parlare dello stesso tumore, quindi che senso ha far soffrire dei poveri topi per questo. Per non parlare dell’uso di primati per esperimenti neurologici, ma vi sembra umano far vivere una scimmia con viti e bulloni infilati nel cervello? E somministrare scosse elettriche? Per di più lo sanno tutti che esperimenti condotti su organismi che non vivono in condizioni normali e sono ad esempio sottoposti a stress o abusi fisici non forniscono risultati scientificamente attendibili, non per niente sono stati invalidati moltissimi esperimenti condotti sui carcerati o sulle stesse vittime dei campi di concentramento tedeschi, questo perchè i risultati erano stati alterati dalla vita che i soggetti di studio conducevano, che aveva alterato il loro stato emotivo, psicologico e fisiologico, per gli animali il discorso è analogo, visto che anch’essi provano dolore e sofferenza, sia fisica che psicologica.
“Smontare” questo libro non è affatto un modo per giustificare le barbarie che la sperimentazione animale comprende.
Elisa… io, come si dice dalle mie parti “non sapendo ne leggere ne scrivere” provo ad andare per logica: proviamo ad immaginare che tu abbia perfettamente ragione, diamo per buono che la ricerca sugli animali non serva assolutamente a nulla, diamo per buono che esistano computer e altri sistemi per simulare qualsiasi esperimento ok?!
Bene, generalmente le simulazioni costano sicuramente meno di una prova fisica, pensa a quanti soldi servono per le attrezzature (pensaci tu perchè io non ne ho la minima idea di che ci sia in un laboratorio simile) e sopratutto per allevare e mantenere le cavie, anche perchè sti fighetti di ricercatori, non è che torturano i cagnetti magari vecchiotti da canile…nooo loro li vogliono praticamente di razza, di famiglia controllata se non erro, se no dicono che gli sballano i risultati.
Ora visto che i soldi per la ricerca pare non ci siano mai, visto che la simulazione molto probabilmente costerebbe di meno, e visto che non si farebbe più male alle povere bestiole, si può sapere quale ragione possa avere un qualsiasi ricercatore (mi sembra la maggioranza) a sostenere che la ricerca animale è fondamentale?
A meno che questi ricercatori non siano tutti dei sadici psicopatici (e son strani eh… son strani forte, ma non direi psicopatici) credo che ci sia qualcosa che non va in tutto il ragionamento non ti pare?
Forse c’è sfuggito qualcosa… sei sicura che siano proprio così inutili quegli esperimenti?
Io non lo so, non ho i mezzi per saperlo, ma mi vien difficile pensare che un ragazzo al giorno d’oggi si prenda una laurea per torturare gli animali. Per torturare gli esseri umani invece si… ma quelli sono gli ingegneri gestionali… fortunatamente qui non c’entrano.
Gli animali in realtà costano poco di per sè… quello che fa spendere milioni per la ricerca è la mano d’opera che ci sta dietro, di tutte le persone che ci lavorano.
In quanto ai costi dei metodi alternativi, forse i macchinari da simulazione un po’ costano, ma io mi riferivo anche ai materiali di scarto delle operazioni e di chi dona il proprio corpo volontariamente, quelli non costano nulla, e rappresentano, nemmeno un modello, ma il soggetto di studio in primo piano, studiare ciò che riguarda l’uomo sull’uomo, migliore di quanto sarà mai qualunque modello animale. In ogni caso, la domanda: se i metodi alternativi sono così efficienti e a poco prezzo perchè non vengono usati e invece si continua ad usare gli animali? Ci sono molti motivi, i principali sono: i metodi alternativi non vengono affatti pubblicizzati, è difficile conoscerli (nelle università esistono interi corsi sugli organismi modello, ma neanche uno sui metodi alternativi) perchè? E qui arriviamo al secondo punto ed è credo quello cruciale: il business economico che circola dietro gli esperimenti sugli animali (mangimi, apparecchiature, e gli stessi animali), per fare un esempio di facile comprensione, perchè tutti sanno che le sigarette fanno male però sono ancora in commercio e non ci sono leggi che ne vietano l’uso? Per i milioni e milioni e milioni che frutta questo commercio, la lobby delle multinazionali del tabacco, per la sperimentazione animale forse siamo su scala un po’ più ridotta ma il business che ci sta dietro è sempre lo stesso. Come tutto, l’arma di chi fa i propri interessi è la disinformazione di massa, la gente non le sa queste cose, chi non sa perchè non ha studiato non sa nè che esperimenti si fanno nè precisamente a cosa servono, si crede solo che sia un male necessario. Per quanto riguarda i ricercatori, essi stessi non conoscono tutti i medoti alternativi, non è che siano sadici (anche se, alcuni per non dire molti sì), è che è banalmente più semplice continuare come si è sempre fatto, cambiare non è mai facile e loro non si pongono il problema, si è sempre fatto così, continuamo a fare così, questa è la logica, ma le ricerche sugli animali che non sono servite a nulla non si contano, solo che semplicemente le pubblicazioni vengono fatte sull’1 esperimento su 100 che dà qualche frutto, non si pubblica su esperimenti che non hanno portato a niente, per cui la gente non ha un’idea della significatività statistica con cui gli esperimenti animali veramente servono a qualcosa.
Non si nega, che nella storia qualche scoperta molto importante sia uscita da esperimenti sugli animali, ma come ho detto, qual è la proporzione fra successi e fallimenti? statisticamente parlando è talmente bassa che i successi sono assimilabili a eventi casuali (fortunati come dire).
Io ho visto dall’interno il funzionamento dei laboratori, non quelli di vivisezione, quelli della ricerca scientifica di base, che è l’unica che utilizza gli animali per ricerche fini a se stesse e che poi (forse) avranno un’applicazione anche in altri campi, in questi laboratori gli animali vengono uccisi con molta parsimonia e soprattutto vengono curati, poi vengono uccisi però si limita per quanto possibile, almeno nei laboratori che io ho visto, laboratori universitari.
Nei posti come quello della Harlan per capirci, vengono fatte cose atroci, vi posto un articolo di un veterinario che è entrato in questi posti, molto spesso non sono neanche i ricercatori a fare queste cose, sono “addetti”, molte persone fanno qualunque cosa se ben pagate. Io ne avrei da scrivere ancora per molto, ma non è facile spiegare come funziona tutto il circolo della ricerca, perchè c’è tanto da dire, per chi ne è esterno è molto difficile capire come funzionano veramente le cose, per chi c’è dentro è difficile comunque, perchè questo genere di cose vengono fatte quanto più possibile in silenzio, quindi è anche difficile capire come funzionano veramente. Se non altro so che dove lavoro io, non vengono fatti esperimenti così crudeli come quelli descritti sopra, è difficile da spiegare ma c’è una differenza anche tra allevare un topolino, farlo crescere bene, e poi ucciderlo nel modo meno doloroso possibile e utilizzarne tutte le parti e invece ammazzare in agonia gli animali facendoli soffrire per molto tempo. E questo genere di barbarie viene fatto per lo più non in laboratori universitari o di ricerca di base ma soprattutto in laboratori finanziati privatamente, ad esempio chi testa la dose tossica di fumo di sigarette sui cani, o altre sostanze su topi, cani ecc. Sappiate che solo a seconda del ceppo di topo che si usa (badate, non specie, neanche ratto o topo o cane) ma anche solo tra animali di ceppi diversi della stessa specie è possibile ottenere risultati OPPOSTI e dico opposti dell’effetto di una cerca sostanza, non so se capite dove voglio arrivare… Una multinazionale del tabacco paga un laboratorio per dimostrare che il fumo non fa male, basta testarlo sul ceppo di ratto giusto e voilà ecco il risultato, e questo vale per tutto… Una volta erano riusciti a dimostrare che l’amianto faceva bene, rendiamoci conto…Capite? Fa comodo usare gli animali. Proprio perchè così diversi da noi, si possono ottenere tutti i risultati più disparati. Molte medicine vengono testate su animali, se vengono testate su un topo danno un risultato, su un ratto uno diverso e su un cane uno diverso ancora… In ogni caso tutto deve poi essere testato sull’uomo, e molti vengono testati su persone del terzo mondo o comunque persone che non sanno nulla della ricerca e che vengono però falsamente rassicurate dal fatto che le cose sono state testate prima sugli animali… Dico falsamente perchè poi 4 medicinali su 5 testati sugli animali si rivelano dannosi per l’uomo. Svolgendo invece esperimenti direttamente su tessuto umano o appunto su modelli di reti neurali e simulatori non si sarebbero tutte queste cose a casaccio.
Ciao Elisa,
ho sbloccato il tuo commento, non so perchè fosse stato bloccato.
Ad ogni modo in questo blog ho già discusso le problematiche delle metodiche alternative.
Per ora la verità è che non esistono.
Mi spiego meglio:
Quando si cerca di sviluppare un nuovo farmaco si parte screenando per via chimica 10.000-30.000 composti.
A questo livello non si usano animali, si fanno studi chimici-enzimatici (per cui non si lavora nemmeno su cellule), poi si passa alle colture cellulari e poi si fanno valutazioni al calcolatore e studi di letteratura per capire quali tra i possibili composti possano avere effetti promettenti.
Mediamente da questa fase di selezione partendo da 10.000 molecole se ne salvano 100-200.
A questo punto questi 100-200 composti vengono screenati in maniera sempre piu’ intensiva in coltura E IN ANIMALE.
Il motivo per cui si fa il test in animale è che se ho scoperto dalla fase precedente che la molecola A interagisce con la mia proteina bersaglio X non conosco quali effetti abbia A su tutte le altre proteine della cellula.
Magari A compie su X esattamente l’effetto che voglio, ma purtroppo blocca anche la prteina Y e uccide la cellula.
Parte di questi studi possono essere ancora fatti in colture cellulari, ma:
1) non tutte le cellule crescono in coltura.
2) anche le cellule che crescono in coltura (se non sono tumorali) non vi crescono indefinitamente per cui dopo un po’ bisogna sacrificare animali per produrne di nuovi
Con colture cellulari non posso verificare che la sostanza X che serve a curare il raffreddore nelle cellule della micosa nasale, non venga trasformata in una sostanza Y nel fegato e che questa sostanza Y che nel fegato magari non ha effetto non sia tossica per cellule muscolari o di altro tipo.
Il fumo di sigaretta per esempio non è cancerogeno in colture cellulari, i composti tossici diventano cancerogeni solo se modificati dal fegato.
Le analisi in silicio (ovvero simulazioni al calcolatore) dopo ore o giorni di calcoli riescono solo a prevedere interazioni tra la molecola X e la proteina Y, non si riesce a simulare il comportamento di Y con tutte le proteine della cellula, e comunque nons arebbe sufficiente, perchè bisogna considerare diversi tipi di cellule e come si organizzano in tessuti ed organi (ad esempio certe sostanze si accumulano fuori dalle cellule e ne impediscono il funzionamento).
Una simulazione di un intero organismo richiederebbe miliardi di miliardi di miliardi di anni con i supercuomputer attuali 8e quindi avrebbe costi energetici enormi).
Sul discorso dei corpi donati alla scienza poi non capisco quale possa essere l’utilità: sono cadaveri e quindi metabolicamente inattivi.
Rimando il resto delle risposte alle tue domande nei miei commenti ai prossimi capitoli.
Per cui…
stay tuned
Aggiungerei che la critica mossa sul fatto che non ci siano refereze lascia davvero il tempo che trova. Tutti i passaggi citati fanno parte dell’introduzione del libro (ci siamo dimenticati di specificarlo?) e com’e’ noto nelle introduzioni non si citano le referenze. Quando scrivi un articolo metti forse le referenze nell’abstract? Mi pare proprio di no. Quindi tutti i commenti mossi dall’autore sono privi di fondamento.
Elisa,
la tua logica non fa una grinza, ma purtroppo se le cose andassero come tu prospetti probabilmente ti renderesti responsabile di diversi morti :)
“4 farmaci su 5 che vengono testati su animali e risultato innocui a determinate dosi, sull’uomo non sono utilizzabili. Quante volte un farmaco è stato ritirato dal mercato perché causava ad esempio gravi malformazioni del feto nelle donne gravide… però sugli animali non faceva nulla… Inoltre esistono oggi validissimi metodi alternativi….”
E’ vero che alcuni farmaci hanno una tossicità diversa tra animali e uomo.
Il caso della talidomide, a cui forse ti riferisci, è stato una tragedia. Riassumendo, questo farmaco ha causato notevoli malformazioni in moltissimi bambini, ma non aveva avuto effetti sul feti degli animali gravidi in cui era stato testato prima di essere immesso in commercio. Questo scandalo ha di fatto ha dimostrato che la sperimentazione animale non era stata sufficiente ovvero: è necessario testare gli effetti sul feto su varie specie animali e non una sola per evidenziare eventuali danni. Questo va contro quello che vorresti dimostrare.
Ecco perché prima di immettere un farmaco in commercio, quindi su migliaia o milioni di pazienti, è necessario fare costose prove di tossicità nell’animale. Poi si passa a pochi volontari sani per evidenziare eventuali effetti sull’uomo, quindi si utilizza il nuovo farmaco su alcune decine di malati per studiarne i primi effetti sulla malattia da colpire, poi il numero dei malati aumenta fino a che non siano accertati i parametri di efficacia e sicurezza.
Tutto questo processo dura circa 10 anni e costa milioni di euro. Le prove di tossicità nell’animale sono fondamentali perché mettono i primi paletti sul dosaggio e danno i primi dati di come il farmaco viene distribuito nel corpo, metabolizzato ed espulso. Questi dati sono la base per partire nell’uomo (e qui vorrei anche approfittare per dire che siamo parecchio simili ai roditori per quanto possano farci schifo :).
Poi gli effetti tossici possono insorgere nell’uomo anche in seguito. A quel punto l’iter del farmaco si fermerà. Ma un’azienda farà di tutto per evitarlo.
Ecco perché negli studi sui farmaci è praticamente impensabile eliminare gli studi di tossicità nell’animale…a meno che qualcuno non voglia offrirsi volontario :)
“…ad esempio per quanto riguarda lo studio di sostanze tossiche, gli studi epidemiologici hanno fornito utilissimi dati.”
Gli studi epidemiologici forniscono molti dati utili, ma per avere una valenza statistica si va sui grandi numeri.
Stai forse suggerendo di andare sull’uomo per testare le sostanze tossiche?
Al massimo potrei capire studi che si riferiscono al passato, ovvero su danni già avvenuti con una sostanza su una certa popolazione in un certo periodo di tempo, ma lo studio della tossicità di una sostanza ha lo scopo principale di prevenire che l’uomo si intossichi. Quindi anche qui l’epidemiologia arriva in un secondo momento. L’animale è un po’ il modo per evitare il peggio.
Anche a me non piace che venga loro fatto del male, ma mi guardo bene dal dare a mio figlio sostanze che non sono state adeguatamente testate, sai com’è non vorrei fosse lui la prima “cavia”.
“tentare di ricreare ad esempio un tumore umano in un topo, non ha molto senso… dovrebbero essere cellule umane perchè si possa parlare dello stesso tumore, quindi che senso ha far soffrire dei poveri topi per questo”
Lo studio del tumore è un’altro di quei campi in cui non ci sono molte alternative. Certamente le cellule tumorali (anche di tumori diversi) possono essere cresciute in laboratorio e rappresentano un primo modo per testare una sostanza antitumorale, ma, come qualcuno ha già spiegato, si perde la tridimensionalità e la complessità che sta intorno al tumore (ad es velocità di trasformazione da tessuto normale a tumore, creazione di vasi che lo nutrono, capacità del tumore di invadere il tessuto sano, creazione di metastasi che poi vanno in circolo, eventuali effetti della cura antitumorale).
Ecco perché se vogliamo trovare nuove cure spesso è necessario avere una bestiola che porti il tumore.
Oggi è possibile indurre tanti tipi diversi di tumore. Le tecniche sono molto avanzate e in moltissimi casi funzionano bene da modelli di tumore umano, ovvero hanno caratteristiche sovrapponibili e rispondono ai farmaci allo stesso modo dell’uomo. Se a uno scienziato che studia il cancro togliessimo la sperimentazione animale sarebbe come impedire a un giocatore di baseball di usare mazza e guantone.
E poi l’alternativa quale sarebbe? Andare a testare le nuove cure nei reparti oncologici. Certo che in alcuni casi anche ai pazienti vengono proposte cure sperimentali, ma non si può mica andare alla cieca su un paziente solo perché è comunque destinato a morire di cancro. Questo sarebbe poco etico.
Condivido il punto di vista di Marco: solo guardando i costi gli scienziati sarebbero dei grulli se utilizzassero gli animali pur disponendo di valide alternative e vi assicuro che software e cellule costano molto meno degli animali da laboratorio necessari per alcune sperimentazioni come quelle che vi ho descritto.
Io credo che occorra discutere sul come vengono trattati gli animali in laboratorio, sul fatto che la qualità della ricerca deve essere tale da minimizzare il numero di animali e, ovviamente, le loro sofferenze.
Nella mia permanenza in diversi laboratori ho sempre visto molta attenzione su questi punti.
Ho visto con i miei occhi prelevare tessuti che magari non avevano nulla a che fare con la ricerca in oggetto (con grandi lamentale dell’esecutore diretto, di solito un giovane dottorando o tesista :) ) e poi congelarli solo per un eventuale uso futuro, per non dover uccidere altri animali, oltre che per un ovvio risparmio di soldi e tempo.
Dalla mia esperienza credo sia questa la direzione cui puntare.
“Smontare questo libro non è affatto un modo per giustificare le barbarie che la sperimentazione animale comprende.”
Credo che smontare questo libro sia un modo per dire “Comunque la pensiate fatelo con cognizione di causa per quanto possibile e non fidatevi di chi punta facilmente il dito usando paroloni a effetto senza dare prova di quello che dice”.
Un consiglio che che vale un po’ per tutto, ma soprattutto per argomenti ardui come quelli scientifici in cui è molto difficile farsi un’idea coerente della realtà se non si è del mestiere.
Nonostante tutto non penso che la sperimentazione animale comprenda il concetto di “barbarie” :)
PS
spezzo una lancia a favore degli ingegneri: non sono cattivi, li disegnano così! :)
Come ho scritto rispondendo a Marco, nei laboratori della ricerca di base, almeno quelli che ho visto io, vedo che le cose funzionano più umanamente (dubito che si riuscirà a sradicare la sperimentazione animale in un sol giorno quindi è già qualcosa che la si utilizzi con coscienza e parsimonia), ma sono invece molto più preoccupanti altri laboratori, soprattutto quelli finanziati privatamente, io sono praticamente sicura che certe cose che come le si vedono nei video che può mostrare la LAV o altro non si fanno fortunatamente dappertutto, ma molte sono anche evitabili… Nella sperimentazione ci sono cose effettivamente con cognizione di causa, ma ce ne sono veramente molte molte altre che non hanno senso, e parlo appunto di quelle che sono vere e proprio torture:
http://www.nocensura.com/2012/02/ecco-gli-orrori-che-ho-visto-nei-lager.html
Cioè ci sono persone che veramente fanno cose orribili, ma ad esempio se devo operare un animale, ma perchè poverino non devo fargli l’anestesia? Cioè molte persone partono dal presupposto che siccome l’animale sta comunque per morire o morirà a breve per via di quello che si deve fare, allora non vale nemmeno la pena preoccuparsene, preoccuparsi del fatto che sta soffrendo o è terrorizzato o che prova un dolore lancinante. Non dico che queste cose si facciano dappertutto, però si fanno…
http://www.nocensura.com/2011/10/il-dottor-stefano-cagno-spiega.html
Non riesco a lasciare commenti con i link agli articoli che volevo far leggere :( uffi, ho scritto 2 volte commenti lunghissimi e non me li pubblica, è snervante…
mi scuso con Elisa, ma purtroppo i suoi commenti con tutti i link erano stati segnalati come “sospetti” dal filtro anti-spam automatico. Ho ripristinato e pubblicato il commento originale, spero sia quello che volevi.
sì, grazie mille
Comunque per fare un sunto molto sunto, io so che non in tutti i laboratori la sperimentazione animale viene presa alla leggera, e anche da me si fa molta molta attenzione (dico “da me” ma io non la pratico eh), ma in molti laboratori vengono veramente fatte cose atroci, e anche inutili, molti applicano la logica che siccome l’animale deve comunque essere sacrificato allora può essere trattato in qualunque modo, perchè negare ad esempio l’anestesia in molti casi?
Anche se si tratta di animali che comunque verranno sacrificati, tutti dovrebbero ricordarsi che hanno dei diritti, invece in molti laboratori questo non viene ricordato,affatto, anzi gli animali vengono torturati e non esagero, c’è una differenza tra allevare un topolino e poi ucciderlo senza dolore e usarne ogni parte e invece far agonizzare il povero animale per ore o giorni. Volevo postarvi gli articoli a cui faccio riferimento ma non so perchè non ci riesco.
volevo dire che il mio commento era in risposta al primo commento di Elisa, di cui ho anche citato alcune parti.
Il secondo commento è arrivato dopo e ti rispondo qui.
Non conosco per esperienza casi di violenza gratuita sugli animali in laboratorio.
Provengo, come sembra anche tu, dalla ricerca di base, in cui appunto si usano le anestesie e l’accortezza necessari (nella maggioranza dei casi almeno).
Spero tu riesca a postare qualche link, almeno ci rendiamo conto di cosa parli.
Quello che voglio sottolineare è che la violenza sugli animali è una cosa, certamente da condannare, mentre la ricerca in cui, purtroppo vengono uccisi degli animali, è un altra.
Perfettibile, migliorabile e, se possibile, sicuramente evitabile.
Non facciamo di tutta l’erba un fascio.
Grazie Elisa per esserti sottoposta ad uno stressante dibattito.
Ciò che noto negli altri commenti, è il dare per scontato che si debba fare ciò che si fa e punto.
La ricerca è spesso e volentieri orientata e finanziata dai produttori dei farmaci.
Un produttore di farmaci giustamente se ne infischia del perché ci ammaliamo di leucemia; cerca di trovare una cura e la sperimenta con tutti i mezzi che può; ad esempio gli animali.
Una seconda cosa è il concetto di vincolo, tutte le volte che ci siamo dati dei limiti, abbiamo scoerto e prodotto cose e sistemi nuovi e migliorato la vita nostra e altrui.
Ciò che penso, in sintesi, che non c’è bisogno di dettagli alla Menghele per stabilire se la sperimentazione animale sia crudele o no; gli esperimenti portano di fatto all’invalidità (con conseguente uccisione)o direttamente alla morte. Non basta?
Questo è già crudele a sufficienza; il fatto che riteniamo inevitabile, necessario o addirittura giusto questo stato delle cose, è ulteriore crudeltà, anche se spesso inconsapevole e camuffata da pragmatismo e scientismo.
Chi si sente razionale, dovrebbe lottare per orientare in modo massiccio la ricerca alla prevenzione e allo sviluppo di protocolli che evitino la menomazione e l’assassinio di animali.
Non è civile ridurre in schiavitù, menomare e uccidere esseri solo perché li reputiamo inferiori.
Proprio Camilla ci suggerisce l’estrema similitudine tra noi e i Topi; questo dovrebbe indurre rispetto, non licenza di massacro.
Massimo
Ciao Massimo,
tu dici:
“Ciò che noto negli altri commenti, è il dare per scontato che si debba fare ciò che si fa e punto”
Al momento non esistono tecnologie che permettano di sviluppare farmaci senza sperimentazione in animale.
Si punta parecchio sulla simulazione in silicio, ma una simulazione completa di un organismo richiede una tecnologia ad oggi inimmaginabile (richiederebbe miliardi di anni di calcolo ed un consumo di elettricità tale da sconvolgere il clima, anche solo per controllare la dissipazione del calore generato da un ipotetico supercomputer di tali dimensioni).
Giustamente sottelinei che le aziende farmaceutiche sono mosse da profitto e non da spirito di carità, pero’ pur non essendo uno strenuo fautore del capitalismo reale, voglio sottolineare che la società umana ha tratto globalmente beneficio da questo sistema: dall’invenzione dell’agricoltura in poi chi sviluppa una tecnologia ne trae un beneficio economico immediato per se, ma nel lungo periodo questa tecnologia diventa di uso comune ed incide positivamente sulla qualità della vita (penso alla scoperta della metallurgia prima sviluppata d uso esclusivamente militare e poi ‘concessa’ anche ai contadini per creare vanghe, falci ed aratri piu’ resistenti).
L’umanità segue questo meccanismo: chi inventa qualcosa vi si arricchisce, poi il bene diviene meno ‘prezioso’, ma piu’ disponibile e questo fa migliorare la qualità della vita di tutti. Questo vale anche per i farmaci che vengono sviluppati con costi enormi ma permettono alle aziende di fare profitti altrettanto enormi, dopo 10-20-30 anni pero’ tali tecnologie sono oramai consolidate e alla portata di tutti (si guardi alla storia della penicillina per esempio).
Sul discorso dei vincoli hai ragione solo in parte:
1) esistono dei limiti strutturali che non possono essere aggirati, questo perchè anche gli esseri umani pur con la loro inventiva sono ‘macchine pensanti’ con dei limiti e non riescono ad inventare cio’ che il cervello non puo’ concepire,
2) esistono dei limiti fisici: le leggi della fisica stabiliscono cosa (nell’universo) si puo’ fare o meno: un calcolatore non puo’ calcolare piu’ velocemente del tempo che ci impiegherebbe la luce a percorrere i suoi circuiti, per cui non potrà mai avere una potenza di calcolo infinita
3) eistono dei limiti pratici, che poi sono i piu’ stringenti: anche avendo un computer perfetto se attivo una simulazione oggi posso aspettare mille miliardi di anni affinchè mi dia la risposta.
Alcuni limiti possono essere superati escogitando nuove tecnologie (la necessità aguzza l’ingegno, si dice), ma ci sono delle cose che semplicemente sono impossibili (inammissibili a livello teorico o per motivi pratici dell’orizzonte di risorse limitate che possediamo quali tempo e quantità di energia).
Infine dici:
“Chi si sente razionale, dovrebbe lottare per orientare in modo massiccio la ricerca alla prevenzione e allo sviluppo di protocolli che evitino la menomazione e l’assassinio di animali.
Non è civile ridurre in schiavitù, menomare e uccidere esseri solo perché li reputiamo inferiori”
Ad oggi non esistono alternative alla sperimentazione in animale (fondamentalmente perchè ogni singola cellula viviente esegue migliaia di diverse reazioni chimiche in parallelo al suo interno che di fatto sono dovute a miliardi di miliardi di interazioni fisiche tra gli atomi). Di fatto ad oggi l’unico approccio razionale, proprio perchè non ne esistono altri è eseguire la sperimentazione in animale.
Abolire la sperimentazione in animale senza la presenza di valide alternative è razionale tanto quanto invocare l’abolizione della corrente elettrica senza fornire un’alternativa valida.
Sul discorso della civiltà non posso discutere, ognuno ha i suoi parametri etici che sono frutto di un’elaborazione personale. Per quanto mi riguarda (ed è la mia opinione personale) ritengo che se si vuole cercare di migliorare la vita degli esseri umani allora purtroppo la sperimentazione in animale è un male necessario.
La mia è ovviamente una posizione di ‘etica utilitaristica’ nel senso che si basa sulla premessa di voler migliorare le condizioni di vita (intese come condizioni di salute), se venisse meno questo desiderio allora la ricerca in animale non sarebbe piu’ necessaria (come pero’ molti altri tipi di progresso scientifico tecnologico).
E la mia affermazione non vuole essere polemica: l’umanità potrebbe davvero iniziare a chiedersi se ci sia davvero bisogno di sviluppare computer sempre piu’ potenti, macchine piu’ veloci, o farmaci che allunghino sempre piu’ la speranza di vita.
E’ una questione filosofica profonda, ma finchè si deciderà di proseguire nella ricerca medica (e questo si che si basa sulla convinzione che si debba continuare a fare quello che si fa) la sperimentazione credo resterà inevitabile
[...] parte precedente l’autore si cimenta nella descizione di alcune pratiche di sperimentazione animale [...]
[...] SA: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate? (parte I) – OMG-Science! [...]
Sono io che ho consigliato quel libro, e ti posso assicurare che sei riuscito a citare tutte le affermazioni Hans che non hanno riferimenti bibliografici. Per il resto Ruesch mette ofni riferimento, ad esempio quelli rinvenuti sul “journal of psychology” o altri, e ce ne sono tanti. Tutte le affermazioni che citi sono racchiuse in quella parte del libro successiva o precedente alle affermazioni con riferimenti bibliografici e quindi verificati. In sostanza sono quell’insieme di pensieri volto a chiedere al lettore: “a cosa serve far bere alcool se sappiamo già che provoca danni irreversibili al fegato?” e fidati c’è differenza da queste affermazioni con questo tono ironico e quelle verificate, scientifiche.
In ogni caso, io sono documentata, ho studiato in materia, non ho preso le mie informazioni da un gruppo di attivisti omologati (che poi sono i ricercatori quelli omologati e sadici, non gli attivisti, che hanno capito almeno una cosa nella vita), e penso semplicemente che le tecniche alternative ci sono, almeno per sostituire la metà della sperimentazione animale.
Dammi una giustificazione atta a dimostrarmi perchè si effettuano test sugli animali orribili per i cosmetici.
Tu parli di farmaci, soffermiamoci sui cosmetici.
Io ti dico, uso solo cosmetici non testati certificati ICEA, perchè le marche che utilizzo io non fanno test e procter & gamble e compagnia bella invece se ne servono?
In ogni caso, io sono convinta di una cosa, siamo nati su questo pianeta come scimmie, ci siamo evoluti così come tutti gli animali, perchè noi siamo animali, e dobbiamo ringraziare la religione se la maggior parte delle persone è così ottusa da credersi nata dalla cicogna e al di sopra di qualsiasi essere animale e inoltre con il diritto di sottomettere gli altri e farli soffrire in questa maniera.
Voi credete quel che volete, ma di certo, visto che ho “l’onore” di parlare con un vivisettore (o meglio scrivere perchè se fosse dal vivo ci sarebbe già stata una strage di morti) io non avrei neanche il coraggio di bbraccire mio figlio, o di far giocare il mio cane dopo aver inflitto così tante sofferenze in un animale.
Ciao Erika,
la mia analisi non si sofferma solo su questa parte del testo, su questo sito è già stata pubblicata anche la seconda parte ed ho preparato una decina di articoli che sono stati depositati sul server del sito e verranno via via pubblicati.
Questo per dirti che non ho pescato col lanternino dove l’autore non mette citazioni: la mancanza di citazioni è sistematica e quando è possibile reperire le fonti gli articoli sono in contrasto con quanto l’autore sostiene, è non parlo di cose deliranti come la resurrezione degli animali, ma di cose piu’ semplici come comprendere le finalità del trattamento con la ‘pietra infernale’.
Quanto alla domanda:
“a cosa serve far bere alcool se sappiamo già che provoca danni irreversibili al fegato?”
essa è mal posta e difatti riflette la visione parziale di ruesch.
non basta sapere che l’alcool fa male per rispondere alle seguenti domande:
“quanto fa male?”
“quale è la dose che causa tossicità acuta?”
“quale è la dose da intossicazione cronica?”
“quali sono gli effetti da intossicazione acuta? come possono essere contrastati?”
“se un bambino per errore ingerisce alcool oltre alla lavanda gastrica cosa si deve fare se è già in circolo? E se è un adulto valgono le stesse procedure?”
“quali sono i danni al cervello e quali farmaci è possibile somministrare considerando che in un alcolista il fegato potrebbe essere compromesso?”
Non è abbastanza sapere che una cosa ‘fa male’ per poter intervenire, bisogna capire quanto fa male e in che contesto.
E’ inoltre fondamentale non limitare la sperimentazione solo per i farmaci proprio perchè a priori non è possibile sapere se qualcosa è tossico o meno: tutto cio’ che entra in contatto con l’organismo se è qualcosa di nuovo non è stato testato dalla fucina di madre natura e quindi l’evoluzione non ha approntato meccanismi di difesa.
Un cosmetico, un additivo alimentare, un tipo di vernice o di fibra tessile possono indurre effetti disastrosi sull’organismo e ritengo sia essenziale che vengano testati perchè sono beni di piu’ largo consumo che i farmaci (una percentuale minoritaria della popolazione è esposta ad un certo tipo di farmaco, ma molti di piu’ sono esposti ad additivi alimentari, nuove materie plastiche e cosi’ via).
Come ho già ripetuto altre volte in questo blog, ad oggi, al di fuori della sperimentazione in animale, non esiste nessun metodo per prevedere che in seguito all’esposizione alla molecola X (magari sulla pelle) questa venga assorbita dall’organismo, trasformata nella molecola Y nel fegato dove non ha effetto, ma che poi finisca nel sangue e intossichi altri organi.
Ad oggi non abbiamo modelli e computer sufficientemente potenti per simulare le reazioni chimiche di una singola cellula e in un organismo ci sono centinaia di tipi cellulari differenti organizzati in tessuti ed organi.
Sono contento che tu ti documenti, ma non sono convinto che ad oggi ci siano sistemi alternativi, per la maggior pare dei test effettuati in animale.
Sul discorso dei cosmetici non testati, ti dico solo che ti esponi a dei grossi rischi, piuttosto ti converrebbe non ricorrere ai cosmetici.
Infine mi permetto un commento sui ‘vivisettori’: non ho mai lavorato in animale, ma avendo lavorato in un istituto di ricerca ti posso dire che pur avendo conosciuto gente che lavorava in animale non ho mai trovato dei pazzi sanguinari, anzi tutti sono generalmente molto dispiaciuti dal dover sacrificare gli animali.
Non mi è mai capitato di incontrare qualcuno di deviato o cosi’ irresponsabile da non rendersi conto del valore delle vite che era costretto a sacrificare.
Invece chi fa blitz nei centri di sperimentazione per liberare gli animali, mi pare spesso profondamente accecato dalle proprie idee e non si rende conto dei potenziali rischi
-e non parlo del fatto che liberare 50 ratti infettati dalla peste bubbonica potrebbe essere una pessima idea seppur remota
-parlo del fatto che liberare animali utilizzati in un test farmacologico potrebbe rallentare o impedire (per aumento eccessivo dei costi) lo sviluppo di un farmaco costando vite umane.
Ognuno è libero di maturare le proprie conclusioni, si puo’ essere o non essere favorevoli alla sperimentazione animale, ma bisogna formare la propria opinione su dati sostanziati e su una valutazione costi/benefici fatta in maniera seria, non basandosi sulle strampalate dichiarazioni de l’imperatrice nuda
Un saluto.
Z.
E’ positivo che ci possa essere un confronto e mi scuso per averti dato del vivisettore, pensavo lo fossi. (Ma tu sei la stessa persona che ha scritto su nelcuore.org? Ho questo dubbio)
In ogni caso, le mie motivazioni non sono basate sul libro di Ruesch. Ruesch no è mai stato in un laboratorio. Le mie convinzioni si sono formate quando avevo 9-10 anni e ho smesso a quell’età di comprare sostanze testate a meno che non fosse strettamente necessario, e meno male per il momento non c’è stato bisogno, anzi, sono ancora viva e vegeta. Non per fare pubblicità, ma ci sono una marea di marche cosmetiche come L’Erbolario, Lush, Argital, Coop (ecc) che non fanno test in animale ne sulle materie prime ne sui prodotti finiti. Il libro di Ruesch era un modo per valutare le atrocità che si commettono sugli animali, l’ho letto ultimamente, non è quella la base delle mie scelte, ma ce ne sono moltissimi altri anche molto più recenti, ad esempio ce n’è uno di una ragazza, Michelle Rokke, che ha lavorato in HLS nel New Jersey (i diari di Michelle Rokke, scaricabile in internet) e che ha riportato una pagina di diario per ogni giorno che ha lavorato in quel laboratorio con fotografie documentate. Oppure c’è il documentario Eartlings (ho invitato anche i lettori del mio sito internet a visionarlo) http://www.earthlings.com/, ci sono milioni di immagini e video sul web di come esseri senzienti vegano trattati nei laboratori di ricerca, di come soffrano, delle camere a gas, buciati vivi, disanguati vivi per l’industria della carne… Questa per me non è civiltà, non è umano… Anche se a questo punto ritengo umano il lato peggiore dell’Uomo. Ci sono dichiarazioni di veri e propri ricercatori in animale che si sono pentiti di aver fatto del male agli animali e che hanno dichiarato che la ricerca basata sul modello animale è svolta esclusivamente per mettere in commercio un prodotto e guadagnare con tale garanzia il committente per altri esperimenti. Mia madre lavora molto vicino a questo ambiente, e me lo ha detto anche lei di quanto sia inutile e fuorviante la ricerca in modello animale. E grazie a lei o potuto vedere anche io con i miei occhi.. Ho visto la sofferenza.. E quegli occhi vuoti non li dimenticherò mai, sono i principali protagonisti dei miei incubi notturni…
Erika
Erika,
non voglio cambiare le tue convinzioni, ma vorrei portarti la mia esperienza di “ex- vivisettrice”.(Mi fa ridere autodefinirmi così ma sto al gioco).
“Ex” non perchè mi sono “redenta”. Semplicemente non lavoro più in laboratorio per altre motivazioni.
Non mi è mai piaciuto anestetizzare, trattare, prelevare tessuti e dare la morte a topi e ratti con le mie mani.
Non mi sono mai divertita a farlo, anche perchè ho sempre avuto intorno a me tanti animali (cani, gatti, criceti, uccellini, tartarughe etc) e in generale ho un grande rispetto per la vita in tutte le sue forme, piante e insetti compresi.
Amo moltissimo la natura, gli animali allo stato brado (nella savana ad esempio). Non uccido una formica o una lucertola solo perchè è facile farlo e nemmeno da ragazzina ho mai avuto tendenze di sadismo.
Però mangio le uova e la carne, quindi altri animali vivono male (le galline ovaiole ad esempio vivono “di merda”) o muoiono in malo modo (mucche & C) perchè io mi nutra.
Però posso dire che in confronto alle galline e alle mucche che mi danno nutrimento, i topi che sono passati dalle mie mani (a partire dalla loro nascita in aziende produttrici fino alla loro morte) hanno avuto una vita più dignitosa, pulita e rispettata fino alla fine della sperimentazione
e tutto ciò per una motivazione ultima, a mio parere di scienziata, molto più importante.
Io mi auguro che tu sia una persona coerente e quindi che tu sia VEGANA al 100%.
Parli di occhi vuoti e sofferenti che popolano i tuoi incubi.
Allora eccoti una piccola provocazione:
Perchè non fare un giro anche in un reparto di oncologia infantile?
Ci sono tanti altri essere senzienti che soffrono e magari aspettano una cura che ancora non esiste.
Quali occhi vuoti e sofferenti occuperebbero i tuoi peggiori incubi?
Per quanto mi riguarda non ho dubbi.
;)
Camilla
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