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Sperimentazione animale: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate? (parte VI)

Prosegue l’analisi critica dell’opera antivivisezionista di Ruesch “L’imperatrice nuda”.
I link alle puntate precedenti li trovate in calce a questo stesso post. In grassetto le frasi originali dell’opera di Ruesch, e in corsivo i miei commenti.

 

Questo capitolo (che dividerò in quattro parti: dalla VI alla IX) è di gran lunga il peggiore. L’autore sostiene l’incompatibilità del modello di ricerca animale con quello umano e per sostenere la sua tesi distorce le informazioni fino a giungere alla menzogna. Le imprecisioni e le manipolazioni sono tante e tali che le righe di commento sono mediamente il doppio di quelle del testo originale.

 

L’UOMO E L’ANIMALE

Come la maggior parte degli uomini di pensiero, Augusto Guerriero si è rifiutato di esaminare la validità o meno della vivisezione come metodo di ricerca. Secondo lui, il fatto che questo metodo infligge inenarrabili sofferenze a un numero illimitato di creature sensibili, dovrebbe essere ampiamente sufficiente per squalificarlo da tutti i punti di vista, anche se, anziché arrecare danni, apportasse benefici all’umanità.

Di nuovo, la gratuità delle sofferenze è un’opinione dell’autore. Ogni volta che ha riportato delle pratiche di sperimentazione fornendo un minimo di informazioni ho cercato di desumere quali potessero essere le finalità scientifiche di tali azioni. L’autore ripete ossessivamente lo stesso mantra senza mai fornire riferimenti validi. Come già detto più volte, si cerca di evitare inutili sofferenze agli animali. Se non altro per avere dati puliti.

Invece è interessante constatare come proprio degli uomini di scienza, tra cui il famoso fisiologo, chirurgo e medico Sir Charles Bell, hanno rilevato che questo metodo di ricerca è anche anti-scientifico proprio perché disumano: perché praticato da persone insensibili o incallite, nelle quali le qualità più squisitamente umane sono state distrutte o non sono mai esistite; dunque persone prive di vera intelligenza, la sensibilità essendo una componente, e non certo la minore, dell’intelligenza umana.

Ai tempi della stesura del libro Wikipedia non c’era. Tuttavia ora c’è, ed una ricerca di un minuto restituisce la notevole notizia che Bell era sì medico, ma anche teologo (non è una critica: allora succedeva). La cosa interessante però è che Bell nel suo lavoro sul sistema nervoso e sul cervello intitolato ‘an idea of a new anatomy of the brain’ abbia fatto ricorso alla vivisezione… Di nuovo l’autore si rivela superficiale nella scelta delle sue (rare) fonti.
(Posso comunque ammettere che quanto riportato dall’autore possa essere frutto di scritti più tardivi in cui magari Bell abbia rivisto le proprie posizioni. Come al solito sarebbe bello avere un riferimento bibliografico…)

Che la vivisezione sia un metodo eticamente inammissibile dovrebbe essere evidente ad ognuno, ma verrà dimostrato a oltranza nel corso di questo trattato. Per il momento illustriamo in che cosa consiste lo sbaglio scientifico. La pretesa di trovare cure per i malanni umani infliggendo deliberatamente torture agli animali contiene due errori fondamentali: il primo sbaglio consiste nel voler estrapolare all’uomo risultati ottenuti su altre specie, le quali reagiscono in modo diverso dall’uomo.

Questa affermazione è semplicemente falsa! Infatti l’analisi comparativa dell’informazione genetica ha dimostrato enormi somiglianze:
-Un terzo dei geni umani, quelli responsabili dei meccanismi cellulari essenziali (che si sono evoluti per primi) sono conservati dal lievito all’uomo.
-Il genoma umano condivide tra il 70% e il 90% di omologia con il genoma di topo e l’omologia genetica tra primati arriva al 95%-98%
-Già nel 1969, cioè sette anni prima della pubblicazione del libro di Ruesch, esisteva un lavoro di Charles E. Cornelius intitolato ‘Animal Models-A neglected medical resource’ in cui sono elencate 350 malattie animali che hanno una corrispondente in uomo (Cornelius N Engl J Med 1969). L’autore o non si è documentato o agisce in malafede.

Oltre alla somiglianza genetica, le somiglianze a livello cellulare sono enormi e anche gli organi presentano marcate somiglianze: tutti i mammiferi hanno due polmoni, due reni, pancreas e milza a sinistra, fegato a destra… le uniche differenze di qualche rilievo sono nella struttura della corteccia cerebrale e nell’apparato digerente (specialmente se si confrontano erbivori ruminanti e carnivori). Le somiglianze dal punto di vista fisiologico sono tali che l’insulina estratta dal pancreas dei maiali è stata la prima ad essere utilizzata nella cura del diabete ed è in commercio ancora oggi.

Il secondo errore riguarda l’inattendibilità della ricerca sperimentale nel campo della vita organica in sé, che verrà analizzato nel prossimo capitolo. In questo esaminiamo il primo.

La vita organica si è evoluta da una base comune e presenta somiglianze enormi sia a livello cellulare che pluricellulare. Invito il lettore a consultare qualunque testo di biologia per verificarlo.

Dato che gli animali reagiscono in modo del tutto differente e spesso opposto all’uomo, qualsiasi nuovo prodotto o metodo provato sugli animali va sperimentato daccapo sull’uomo, mediante prove cliniche, con le dovute cautele, prima che vi siano garanzie di sicurezza. Questa regola non conosce eccezioni.

L’autore è particolarmente disonesto su questo punto perché spiega con un motivo falso qualcosa di vero: è assolutamente vero che un farmaco dopo essere testato in animale viene testato in uomo per confermare che funzioni e non sia tossico, ma ciò che l’autore omette di dire è che la stragrande maggioranza dei potenziali farmaci non arriva ad essere testata in uomo perché si rivela tossica in animale: il test in animale evita di esporre esseri umani a qualcosa di pericoloso e solo se si è ragionevolmente sicuri che non sia pericoloso in animale si passa a testare in uomo.
Le garanzie di sicurezza di cui parla l’autore vengono proprio dal fatto che una sostanza abbia passato i test di tossicità in animale.

Per cui ogni prova sugli animali non solo rischia di portare a conclusioni errate, con tutti i pericoli che ne conseguono, ma ritarda e fuorvia la ricerca clinica, che è l’unica valida.

La ricerca in animale non può ritardare la ricerca clinica perché la ricerca in animale precede la ricerca clinica come passo necessario.

Nonostante ciò, le autorità sanitarie, formate alla mentalità vivisezionista, le richiedono nella maggior parte dei paesi, tra cui da pochi anni quelli del MEC, e i produttori di farmaci e cosmetici le compiono anche quando non richieste, a scanso di responsabilità.

Le autorità sanitarie richiedono i test in animale perché si sono rivelati efficaci nella stragrande maggioranza dei casi. L’autore riporta in seguito alcuni esempi a favore della tesi secondo cui la ricerca in animale è inefficace, ma prima di discutere in dettaglio i singoli esempi vorrei sottolineare che:

1) Citare un esempio di inefficacia di una sperimentazione senza indicare la base statistica (ovvero in quanti altri casi funzioni) è come dire che siccome c’è gente che muore in incidente anche mettendo la cintura di sicurezza vuol dire che la cintura è inutile se non addirittura dannosa. Un’analisi seria riporterebbe i tassi di insuccesso sul totale.
2) Ci possono essere fatti di cronaca relativi a intossicazioni da farmaci che nulla hanno a che fare con problemi non rilevati durante la sperimentazione animale: una partita di farmaco scaduto, un errore di produzione di un lotto  o un’indicazione di dosaggio sbagliata sulle istruzioni possono essere letali, ma il principio attivo correttamente testato e maneggiato non lo è.

Questo spiega la lunga lista di prodotti perfezionati in laboratorio, ossia ritenuti innocui in base a prove animali, ma che col tempo si rivelano rovinosi per l’uomo.
Così si va dal Paracetamol, un analgesico per il quale nel 1971 vennero costrette al ricovero in ospedale in Inghilterra 1500 persone,

Ovviamente manca la referenza. Ad ogni modo questo paragrafo sui vari farmaci è riportato pari pari in ‘Encyclopedia of White-Collar & Corporate Crime, Volume 1 p.613 (2005) Di Lawrence M. Salinger’. L’opera di Salinger è del 2005 e non cita Ruesch o nessun’altra fonte in merito al suddetto paragrafo, per cui non è facile capire se sia Ruesch ad aver copiato una precedente edizione o un precedente lavoro di Salinger, se sia Salinger a copiare Ruesch o se entrambi abbiano copiato da un’altra fonte. Ricordo al lettore che non citare una referenza è segno di scarsa professionalità, ancora peggio è riportare interi paragrafi spacciandoli come propri.
La maggior parte dei siti che riportano questo paragrafo come fonte si rifanno al lavoro di Ruesch e sono siti antivivisezionisti, un sito che pure rimanda all’Imperatrice Nuda li riporta come “actual news headlines reported about pharmaceuticals” ovvero titoli di articoli di quotidiani e non come riferimenti a riviste scientifiche.

Fatta questa precisazione, iniziamo la disamina dei farmaci menzionati da Reusch.
Il paracetamolo è il principio attivo della tachipirina ed è normalmente usato per curare la febbre o come analgesico.

L’autore riporta un numero di ricoveri senza indicare una base statistica: 1500 ricoveri su 1500 utilizzatori è una cosa, su quindici milioni è un’altra. E’ inoltre opportuno indicare se i ricoveri siano tutti avvenuti in un momento preciso o in un arco di tempo più diluito: questo perché gli effetti riportati (sempre senza alcuna referenza) potrebbero essere imputabili ad un errore di formulazione di un certo lotto e non alla natura mortale del farmaco sfuggita alle maglie di controllo dell’inutile sperimentazione animale.
Alle dosi indicate (max 1 g ogni sei ore per un adulto, per un periodo massimo di una settimana) il paracetamolo causa affaticamento epatico ma non è tossico (fonte Wikipedia): la tossicità si manifesta a dosaggi più alti o in caso di alcoolismo (tutte cose ampiamente conosciute e sperimentate in animale, se poi uno usa la tachipirina per farsi passare il doposbornia…)

ai casi più gravi dell’Orobilex, che causò danni renali mortali rivelatisi solo dopo le autopsie,

L’Orobilex in realtà si chiama Orabilex ed era usato come liquido di contrasto per rilevare i calcoli ai raggi X. In modo molto interessante Shannon Brownlee in ‘overtreated-why too much medicine is making us sicker and poorer’ riporta il caso dell’Orabilex:

… Wennberg learned this in 1963, midway through his residency, when a middle-aged woman slipped into a coma in the dialysis unit at Johns Hopkins with him attending. In her forties, the woman had undergone surgery for gallstones a few days before and was recovering normally, when her kidneys suddenly began to fail. At that time, dialysis had only been around for a few years and it took a machine the size of a bathtub to accomplish what two little fist-sized organs do in the human body. The woman was lucky to be at Johns Hopkins, which had one of the few dialysis units in the country.

She was on Wennberg’s watch for only a short time-he can no longer recall exactly how long. He could find no reason for her to go into acute kidney failure, save one: Before her surgery, the woman had received a dose of the drug Orabilex, which was used to visualize her gallstones on an X-ray. Other drugs in the same class were known to have potentially harmful effects on the kidneys, yet the manufacturer, E. Fougera, neglected to warn doctors that Orabilex shared this drawback. In fact, the drug’s label claimed it had “spectacularly low” toxicity and “notable absence of side-effects.” To find out if his instinct about Orabilex was right, Wennberg set up a series of experiments in which he injected cats with escalating doses of the drug. After all the cats died of kidney failure, Wennberg went to the Johns Hopkins administrators, persuading them to take Orabilex off the formulary…

Quindi il modello animale era perfettamente in grado di predire cosa sarebbe successo in uomo! Il caso dell’Orabilex è un caso lampante dell’utilità della sperimentazione in animale e non il contrario: se la sperimentazione fosse stata fatta a suo tempo si sarebbero potute evitare delle vittime!

dell’Isoproterenol, uno spray che uccise migliaia di asmatici in Europa, America Latina e Australia — tanto che il dott. Paul D. Stolley dell’Ospedale Johns Hopkins parlò del «peggiore disastro da medicinale mai registrato» (Science-Nature Annual 1973, ed. Time & Life.)

Non ho trovato i dati sul numero di morti, il Science-Nature Annual non è una rivista scientifica ma una sorta di ‘raccoltona’ in stile Reader’s Digest. Ad ogni modo l’Isoproterenol è risultato essere veramente tossico, ma la tossicità è stata imputata ad una formulazione a un dosaggio cinque volte più alto rispetto a quella utilizzato in Canada e Stati Uniti.

del Talidomide, che produsse 10.000 bambini focomelici

Ho parlato estesamente del talidomide in altri post su questo forum. Il talidomide è un esempio di come fare ricerca in animale con criterio avrebbe potuto salvare delle vite. Il talidomide fu sviluppato in un periodo in cui si ipotizzava che nessun farmaco potesse passare attraverso la barriera ematica della placenta, per cui il talidomide non fu testato in animali gravidi.
Se la sperimentazione fosse stata fatta in modo completo (e dopo il caso del talidomide i protocolli di sperimentazione sono diventati molto più stringenti) probabilmente il talidomide sarebbe stato vietato alle donne in gravidanza grazie ai risultati ottenuti in animale. E quindi non sarebbe nato alcun bimbo focomelico.

Di seguito riporto la lista di alcune pubblicazioni che dimostrano come le malformazioni avvengano anche in animale (perché nonostante quello che sostiene Ruesch i modelli animali sono molto attendibili per prevedere il comportamento in uomo).

King & Kendrick “Teratogenic effects of thalidomide in the Sprague Dawley rat”, The Lancet: (1962)
DiPaolo. “Congenital malformation in strain A mice: its experimental production by thalidomide”, JAMA (1963)
Homburger et al. “Susceptibility of certain inbred strains of hamsters to teratogenic effects of thalidomide”, Toxicol Appl Pharmaco (1965)
Hendrick et al. “Thalidomide syndrome in baboons” Nature (1966).
Hamilton & Poswillo “Limb reduction anomalies induced in the marmoset by thalidomide”, J Anat (1972).

Ruesch ancora una volta riferisce notizie distorcendole a sostegno della propria tesi, quando in realtà tutte le evidenze vanno nella direzione opposta.

 

Continua

 

Parola di Zarathustra

 

 

Sperimentazione animale: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate?
parte I | parte II | parte III | parte IV | parte V | parte VI | parte VII | parte VIII | parte IX

 

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Scritto da Zarathustra Pubblicato il 4 luglio 2012

 

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18 Commenti »

  • Diego dice:

    Interessantissimo, complimeti!se l’uomo accettasse l’idea che ogni vita che finisce con la morte, è vita per altri organismi non ci sarebbero polemiche inutili. Poi sarei curioso di sapere quanti antivivisezionisti non usano farmaci testati prima su animali, a partire dalla tachipirina

  • cassandra dice:

    Sono completamente d’accordo con il fatto che gli animali possono piacere o meno e che si debba parlare solo di DIRITTO ALLA SALUTE U M A N A, ALLA RICERCA EFFICACE ED ALLE CURE.
    Dico ciò sia da ex studentessa di veterinaria, che,soprattutto,da nipote di zio morto di cancro,da nipote di nonna mancata per sclerosi multipla, e cugina di un ragazzo down.
    Approfondendo per conto mio,soprattutto dopo la morte di mio zio, ho letto tantissimi pareri non animalisti,solo scientifici: Prof.Sprovieri (Sorrento,1980) “la ricerca biomedica non ha bisogno di animali,è insensato e pericoloso continuare a seguire questa via tradizionale”. Prof. Croce P.ex primario dell’ospedale Sacco di Milano, dopo anni di ricerca sui modelli animali, umilmente e onestamente li riassumeva cosi: “errore metodologico”. Da “Nature” “… negli ultimi anni, in particolare per quanto riguarda le malattie neurodegenerative, i risultati ottenuti utilizzando il modello murino [cioè i topi, ndr] appaiono pressoché inutili”. Nel 2000 il National Cancer Institute americano ha eseguito un’analisi retrospettiva di 39 farmaci confrontando il risultato dei test eseguiti sugli xenoinnesti con quello della successiva sperimentazione clinica sull’uomo di Fase 2. Ebbene: solo il 45% dei composti che avevano avuto effetti antitumorali negli xenoinnesti si sono dimostrati efficaci anche nei test clinici. (ergo,matematicamente, il lancio di una moneta che arriva al 50%,avrebbe addirittura sovrastimato il risultato ricavato dalla vivisezione..peraltro risparmiando)
    Dr.Irwin Bross, ex dir. Sloan-Kettering, grande istituto di ricerca sul cancro : “I contraddittori risultati della sperimentazione animale non solo hanno spesso ritardato e ipotecato il cammino della guerra al cancro, ma non hanno mai neppure determinato un solo tangibile avanzamento sul terreno della prevenzione o della cura del cancro umano”, Ricercatori di società farmaceutiche come Eli Lilly : “Se considerate i milioni di topi che siamo riusciti a curare, e poi li confrontate con ciò che siamo riusciti, o meglio, con ciò che non siamo riusciti a fare nella cura clinica delle metastasi, vi renderete conto che in quei modelli ci dev’essere qualcosa di sbagliato”;il cardiologo John Pippin, facoltà “Harvard Medical School”, analizzando gli articoli pubblicati dagli autori degli esperimenti, commenta: “E’ un insieme di articoli dai quali risulta in modo evidente l’uso strumentale di un esperimento per giustificare il successivo. In molti casi, una serie di domande prive di risposta – e generalmente non previste – emerse da uno studio sono state prese a pretesto per eseguire quello seguente. Più di una volta l’équipe invoca risultati errati o contraddittori di studi precedenti (spesso eseguiti da loro stessi) per giustificare un ulteriore esperimento. Questo lavoro esemplifica in modo straordinario una pratica diffusa: la manipolazione di modelli animali in base alle necessità e alla convenienza, indipendentemente dalla validità dei risultati che si ottengono.”, Dr. Benjamin Wolozin, docente di farmacologia dell’università di Boston: “Il problema sta nell’abisso esistente tra il lavoro sperimentale con gli animali e i test clinici con l’uomo.”, Dr. Marius Maxwell, neurochirurgo formatosi ad Oxford, Cambridge e Harvard, in merito all’irriproducibilità del Parkinson umano negli animali intossicati , dice: “non ci sono prove del fatto che la loro predittività per il trattamento del Parkinson nell’uomo possa superare il risultato probabilistico del 50/50, come nel lancio della classica monetina”. Dr.ssa Neancy Andreasen, psichiatra americana tra i massimi esperti mondiali sulla schizofrenia, dice “Non è possibile avere modelli animali per i disturbi del pensiero formale.Anche i modelli animali utilizzati dalle case farmaceutiche per testare l’efficacia terapeutica degli antipsicotici non sono validi.”, Prof. Rocca Rossetti Salvatore,ordinario di nefro-urologia e Direttore dell’Istituto di Urologia dell’Università di Torino dice: “nessun chirurgo è diventato tale perché ha imparato ad operare sull’animale,semmai sull’animale ha disimparato”;Prof. Veronesi Umberto: “All’istituto Europeo di Oncologia non si useranno per nulla animali da laboratorio.Lo spazio inizialmente previsto per gli stabulari è stato trasformato in laboratorio di colture cellulari”
    .. E potrei continuare.. e possono tutti.. quindi mi chiedo: se l’informazione ha basi democratiche, perché questi etutti gli altri vengono censurati dai media?La cosa non mi torna e credo non torni a molti.. Per la mia salute e per quella dei miei cari concordo con una frase in particolare, del Prof. Cagno, Dirigente Medico Ospedaliero,Psichiatria, “un metodo sbagliato non si corregge,si abolisce”,qualsiasi esso sia,aggiungo io..a prescindere dagli animali e da ogni componente emotiva.
    Ricordate cosa successe quando si prese consapevolezza che la terra ruotava intorno al sole e non il contrario?Tutti gli scritti antecedenti dichiaranti il contrario , pur se in sovrannumero , finirono con il contare zero,ecco perché il citare migliaia di pubblicazioni non mi convince affatto..del resto ritengo che,in tanti campi, sia più importane la qualità della quantità..No?
    Un’altra cosa che, per esperienza semi-diretta mi turba: sembra che troppi ricercatori debbano “galileamente” “abiurare” per non essere “marchiati”per non essere cacciati (ho 3 amiche in questa spiacevole situazione) che si sentono implicitamente costrette a “pasticciare” sui topi percependone silenziosamente l’inutilità.. mi hanno detto “inter nos”: “ altrimenti porte in faccia e niente soldi x il mutuo!”.
    Mi sembra paradossale che nel 2012 si usino ancora metodi vecchi di secoli, per giunta mai validati, che sembrano tramandarsi per inerzia (quasi che siano stati incisi nelle tavole dei comandamenti): esempio “DL50” (datato 1927) basato su una procedura per cui agli animali vengono fatte assumere dosi crescenti della sostanza da testare fin quando metà degli animali muore intossicata:paradossalmente, usando solo la logica, senza scomodare le conoscenze scientifiche,anche il pane o l’acqua,con questo esperimento, potrebbero essere fatti sembrare tossici, soprattutto se commissionassi studi x vendere il vino invece dell’acqua!!!..secondo questo metodo non potrei ogni tanto abboffarmi della mia amatissima cioccolata,perché il DL 50 relativa ai cani è allucinante…
    Un altro es. che mi sembra “schizofrenico”Drize Test,1944, mai validato che, ancora oggi si usa per lo studio dell’irritabilità oftalmica utilizza i conigli in quanto privi di ghiandole lacrimali (ma il problema del modello è proprio questo?!), nonostante già nel 1971 i ricercatori Weil e Scala, dimostrarono come differiscano i risultati da caso a caso e da laboratorio a laboratorio,e nonostante esista il TEST DI BETTERO per cui la sostanza “X” viene posta in contatto con la lacrima umana in vitro,dando esito sicuro, attendibile al 100%, veloce, pratico, economico ed addirittura personalizzabile (sulla mia lacrima!) per evitare le reazioni allergiche individuali,cosa viene usato?? Ebbene, dovendo pensare al mio occhio,alla mia salute, preferisco un risultato “PARZIALE UMANO” ATTENDIBILE, CHE NON MILLE COMPLETI “PASTICCIAMENTI”SU ALTRE SPECIE, INATTENDIBILI X NOI UMANI..parlando terra terra :a mio zio,mio cugino e mia nonna non frega nulla di sapere che la sostanza “X” fa questo o quello a un criceto o a un alieno xchè loro non sono criceti di 70 kg, elettrificati, avvelenati,o clambati o altro,ma sono esseri umani,che,vivendo normalmente,senza nessuno che gli pasticciasse sopra,si sono ammalati!
    Esattamente come Galilei bisognerebbe avere onestà intellettuale,umiltà e coraggio di uscire fuori dal coro..e di vedere la realtà davanti ai nostri occhi: leggendo i foglietti illustrativi che tutti abbiamo in casa troviamo frasi come: “[…] negli studi sugli animali la somministrazione di “X” ha avuto un effetto dannoso sulla prole. Non è noto il potenziale rischio per la specie umana […]”. Ad ammissione finale degli stessi addetti ai lavori di quanto la ricerca sugli animale NON serva,se non, forse,solo x gabule legali/burocratiche/amministrative!
    Soprattutto di questi tempi e’ comprensibile battersi per la poltrona,il lavoro,il finanziamento, ma non prendendo per i fondelli i malati e chi non ha basi scientifiche.
    Del resto ,se si usa bene la propria libertà di pensiero,neanche servono le basi scientifiche per trovare nella vivisezione qualcosa che puzza…e tale concetto mi è stato sbattuto in faccia dalla mia cuginetta sedicenne con questa domanda su cui invito tutti a riflettere:
    Se io, specie umana, vengo legata e mi si elettrifica parte del cervello fino a darmi una sintomatologia simile ad una crisi epilettica, sono un modello attendibile su cui sperimentare farmaci per l’epilessia?????

    Beh,io ci ho riflettuto e nel tempo libero sono anche andata a curiosare su diversi siti che fanno ricerca con animali..rimanendo basita..
    Dal sito …thon..ma ce ne sono alcuni da scompisciarsi dalle risate…
    •Nella descrizione di una ricerca (da 141.040 € !) che dovrebbe riguardare generici studi neurologici di base,orientati alle malattie neuro-muscolari si legge l’incommentabile frase “ confidiamo che la varie tecniche genetiche da noi utilizzate negli animali sperimentali (roditori), possano anche aiutare nel creare modelli per approcci terapeutici nelle malattie neuromuscolari dell’uomo..” Ma come “anche”,ma l’obiettivo primario è solo quello numerico in parentesi?
    In un altra descrizione di una ricerca (da 250.000 € ) che dovrebbe riguardare la SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA. “Sono già disponibili diversi farmaci inibitori di TNFa, p38MAPK e recettori AMPA ma è importante stabilire se essi siano efficaci nel migliorare la progressione della patologia nei modelli animali quando usati singolarmente e in associazione.”mmh..probabilmente a chi ha donato quei 250 mila euro interesserebbe sapere l’efficacia sui malati che li stanno GIA’ assumendo!!!
    •Nella descrizione di una ricerca (da 180.000 € ) che dovrebbe riguardare il RITARDO MENTALE (umano) si dice: “L’approccio che noi abbiamo preso per identificarne alcuni si basa sia su nuove tecnologie di studio di pazienti che sull’analisi di un mutante di topo che presenta alcune interessanti caratteristiche che ne fanno secondo noi un buon modello per studiare almeno alcuni aspetti del RM.”.. (180.000 € S.Raffaele) ..e proprio quel “per noi” e “almeno alcuni aspetti” che mi preoccupa molto,oltre al fatto che, dai miei vaghi ricordi di veterinaria, non riesco a rievocare (forse perché semplicemente è impossibile) come gli animali possano esprimere un’ampissima gamma di sintomatologie UMANE tipiche di alcune malattie umane..e non mi riferisco solo al sintomo delle allucinazioni o del gioco compulsivo!
    Beh,più approfondisco obiettivamente e per conto mio, più mi rendo conto della soggettività ed inadeguatezza degli esperimenti sugli animali!!
    Chiedo solo una cosa :approfondite e ragionate da soli senza farvi manipolare mai, abbiate il coraggio di tenere a mente che la salute è e deve essere e deve rimanere un diritto universale x tutti,non un bene commerciabile (questa riflessione mi è venuta in mente leggendo il codice di federfarma..dove la parola “paziente o malato non si legge quasi mai..)

    X quel che mi riguarda invito le PERSONE a cui tengo ad usare SOLO la propria testa, senza preconcetti e senza farsi manipolare, a diffidare da chi non ha il coraggio di usare parole appropriate alla realtà (vivisezione=sperimentazione animale dove gli animali vengono elettrificati, intubati, prodotte sfistole, amputati,ecc..perchè vergognarsene se serve??) ma soprattutto ad usare medicine,solo quando è inevitabile e quelle che sono sul mercato già da lungo tempo (in modo che le vere cavie umane abbiano già dato risultati attendibili sia nelle investigator’s brochure versione 1-2-3-4-5-6-7-8-9 e 10,sia nei primi periodi di commercializzazione) e faccio donazioni agli istituti di ricerca che non utilizzano il “pasticciamento vivisettorio animale”.
    ..sapete cosa sono le Investigator’s Brochure vero?o credete ancora alla favola che si sperimenta sul topo per non farlo sul bambino?..il risultato sul topo/criceto/cane(gatto/ serve a far firmare al malato(COME MIO ZIO) il consenso (poco)informato a donarsi (gratis) come cavia su molecole di cui praticamente non si sa nulla INERENTE alla reazione umana..il tutto normato da leggi italiane…BASTEREBBE INFORMARSI..

    • Zarathustra dice:

      Cara Cassandra,
      il tuo post è molto lungo e merita un’analisi puntuale per cui mi riservo di rispondere nella maniera piu’ esaustiva possibile in questi giorni.

      Ad ogni modo le motivazioni del perchè si fa ricerca su modelli animali nel mondo grossomodo sono le seguenti:

      -La prima è fondamentale base è LA TEORIA DELL’EVOLUZIONE, questa prevede che gli non siano entità isolate ma abbiano elementi comuni coi loro predecessori. Le somiglianze a livello anatomico (numero e disposizione degli organi, delle ossa eccetera), cellulare e genetico confermano che Darwin aveva ragione e che proteine e strutture simili in organismi diversi hanno funzioni comparabili e vengono influenzate dagli stessi fattori (siano condizioni patologiche o farmaci).
      -Il secondo motivo è un motivo puramente pratico: la ricerca su modelli animali FUNZIONA specialmente nella sua forma cautelativa, ovvero per impedire che vengano testate in uomo cose che si sono rivelate letali in animale: tuo zio è stato trattato con sostanze che non si erano rivelate letali in fase di screening. Eliminare la ricerca in animale esporrebbe tutti coloro che sottoscrivono ‘il consenso informato’ al rischio di essere istantaneamente avvelenati.
      -Esiste poi anche una motivazione etica e l’etica che si segue è quella del ‘male minore’, se voglio testare l’efficacia di un antidolorifico devo infliggere del dolore, se testo un antibiotico o un vaccino devo infettare… è lecito farlo su esseri umani (che devono essere sani ed in numero significativo per avere un campione statistico sensato)? Hitler riteneva di si, infatti da fervente animalista proibi’ la sperimentazione animale e la fece fare sui prigionieri in campo di concentramento.
      Oggi la maggior parte della gente, giustamente, ritiene sia una scelta inaccettabile.

      Il problema è alla fine piuttosto semplice: se hai una persona cui vuoi bene affetta dal problema X ed hai 10 possibili soluzioni a1-a10 ed hai solo un’opportunità di scelta, vuoi che il tuo tentativo sia quello giusto, per cui vuoi che qualcuno testi le diverse soluzioni prima di te, in modo che tu possa andare a colpo sicuro.
      La fase di test è inevitabile, come pure è inevitabile che nella maggior parte dei casi l’esito dei test sia nefasto e sia richiesto un grande numero di tentativi per ottenere un risultato positivo (questo è dato dalla termodinamica e dalla compessita del sistema: un organismo è un sistema complesso ed ordinato ed è piu’ facile che una perturbazione lo danneggi piuttosto che rechi un beneficio).

      Rispondero’ puntualmente alle tue affermazioni in un prossimo post.

      A presto.

      Z.

  • marmanu dice:

    temendo che mi toccherà leggere altri bassi sofismi (es. di Hitler..e basta!!uffa!!) forse conviene che faccio domande brevi e concrete..cosi avrò più speranza di avere risposte concrete che pare nessuno voglia darmi … da “doctor”.. NON da “SPIN DOCTOR”,please!..
    1)Se io, specie umana, vengo legata e mi si elettrifica parte del cervello fino a darmi una sintomatologia simile ad una crisi epilettica, sono un modello attendibile su cui sperimentare farmaci per l’epilessia?????
    2)i foglietti illustrativi che tutti abbiamo in casa riportano frasi come: “[…] negli studi sugli animali la somministrazione di “X” ha avuto un effetto dannoso sulla prole. Non è noto il potenziale rischio per la specie umana […]”: lo hanno scritto degli animalisti o è l’ ammissione pratica ed incontrovertibile degli stessi addetti ai lavori di quanto la ricerca sugli animale NON serva,se non, forse,solo x gabule legali/burocratiche/amministrative???
    3) non vorrei infrangere la bucolica credenza in voga che sperimentando sui topi si eviti la sperimentazione sull’uomo..ma ribadisco : sai cosa sono le Investigator ‘s Borchure o è meglio non parlarne?

  • Zarathustra dice:

    Senza cimentarsi in ‘bassi sofismi’

    1) si è no, dipende dalle condizioni in esame, le scosse elettriche oltre che a causare contrazioni dei muscoli (che pero’ non sono convulsioni in se) causano alterazioni nelle frequenze cerebrali e, ovviamente anche dolore e stress, tutte cose che possono indurre una crisi epilettica. Se si riesce a ‘calmare’ un cervello la cui attività elettrica è stata alterata dalle scosse è possibile che si riesca a ripristinare l’attività cerebrale di un epilettico e dico è possibile perchè non è facile fare una generalizzazione cosi’ pur parler: esistono diverse forme di epilessia ed anche di scosse elettriche, e non parlo solo dell’intensità di corrente, ma anche di modulazione d’onda: non è necessario firggere qualcuno sulla sedia elettrica, se si usano elettrodi con potenziale nell’ordine dei microvolt ma modulando le frequenze in modo diverso da quello naturale del cervello si possono ottenere grandi alterazioni dell’attività cerebrale senza causare il minimo dolore e senza sfrigolii cinematografici
    3) La sperimentazione in animale non evita affatto che avvenga la sperimentazione in uomo! La sperimentazione in animale evita che venga sperimentato in uomo cio che in animale ha prodotto effetti dannosi non compensati dai benefici terapeutici attesi.
    La sperimentazione in animale fondamentalmente non serve tanto a salvare i pazienti in ospedale ma e salvare chi (da volontario sano o da malato) si espone ai trial clinici. Se poi una sostanza si rivela effficace nei trial clinici, solo allora viene commercializzata. Ma prima di arrivare a questa fase ed esporre qualche migliaio di persone a qualcosa di magari inutile dal punto di vista terapeutico e potenzialmente dannoso, si fanno test in animale.

    “i foglietti illustrativi riportano frasi come: “[…] negli studi sugli animali la somministrazione di “X” ha avuto un effetto dannoso sulla prole. Non è noto il potenziale rischio per la specie umana […]”:

    e sostieni che cio’ confermi che la ricerca in animale non serva a nulla e sia fatta per ragioni amministrative, quello che vedo io quando leggo una frase del genere è: GRAZIE ALLA RICERCA IN ANIMALE ABBIAMO SCOPERTO CHE QUESTA SOSTANZA HA EFFETTI NOCIVI SULLA PROLE, PER QUESTO MOTIVO NON VIENE SOMMINISTRATA A DONNE IN GRAVIDANZA, QUINDI NON ESISTONO DATI SUI BAMBINI.
    Per quanto mi riguarda quindi la sperimentazione in animale ha funzionato correttamente agendo da filtro e impedendo che esseri umani venissero esposti a rischi.

  • cassandra dice:

    Bravissimo..vedi che senza sofismi e parolacce centri il punto?e’ questione di INTERPRETAZIONE…la tua ,la mia, di chi ricerca,di chi vende,ecc..
    x la scienza di solito c’è un solo risultato..Grazie alla S.A.Tutto e il contrario di tutto?!

    MUSCORIL: AVVERTENZE SPECIALI:GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO: studi condotti sull’animale (quali?pesci?balene?giraffe?topi,macachi?Mammuth?boo?!!) hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (x quali quantità? 1 kg? una molecola? boo!!??) Nell’uomo non esistono dati relativi all’uso di tiocolchicoside durante la gravidanza pertanto non sono noti i rischi potenziali a livello di embrione e feto(..ma le investigator’s brochur obbligatorie sugli umani che dicono??l) in relazione a ciò è controindicata durante la gravidanza (..mi hai appena fatto capire che hai usato un mucchio di soldi,per pasticciare con animali femmine,maschi,adulti,gravidi, embrioni,feti,cuccioli,ecc, e dopo tutto questo ancora non sai un gran chè sull’uomo,però lo commercializzi, mi dici che potrebbe fare male ma me la sconsigli solamente..azz!)

    ..e ora il contrario…

    TAVANIC AVVERTENZE SPECIALI: GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO: Gli studi di riproduzione sull’animale non hanno evidenziato specifici problemi.(quindi stiamo tranquilli, giusto?..) Tuttavia,in assenza di dati nell’uomo,( ma xchè non mi dici il risultato delle I.B. ?? che forse mi danno un idea più precisa e al diavolo la segretezza previst,ripetuta,normata e e stratutelata nelle industrie farmaceutiche?) e a causa di possibili danni alle cartilagini articolari di organismi in accrescimento (ma se agli animali non fa nulla, agli umani non si sa , a quali organizmi fai riferimento?agli alieni?) esposti a fluorochinolici Tavanic non deve essere impiegato in gravidanza (umana).

    —e ora il contrario…del contrario

    RIOPAN: AVVERTENZE SPECIALI: GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO: non ci sono sufficienti dati sull’uso di RIOPAN in gravidanza (umana) ( e allora perchè lo stai già vendendo??).Durante la gravidanza questo farmaco andrebbe utilizzato solo per un periodo limitato per evitare un sovraccarico di alluminio nel feto.(ma come? Se non sai nulla,come fai a dirmi di prenderlo x un breve periodo?) Negli studi sugli animali la somministrazione di Sali di alluminio ha avuto un effetto dannoso sulla prole.(però io puerpera umana lo posso prendere..limitatamente) Non è noto il potenziale rischio per la specie umana. (ma sono io sfasata o qui non ci si capisce nulla??) I composti di alluminio passano nel latte materno. A causa del basso assorbimento,si ritiene (chi lo ritiene? Chi ha fatto i test?chi lo vende?entrambi, che spesso sono la stessa cosa?) non ci siano rischi per il neonato.(ma alla fine della fiera, questo prodotto sperimentato con tanti soldini,su tanti animaletti che mai avrebbero avuto riflussi se nessuno gli avesse pasticciato in gola,per tanti anni,che ho comprato in farmacia fa male o no???)
    GUIDA DI VEICOLI E UTILIZZO DI MACCHINARI:
    Non sono noti effetti di Riopan sulla capacità di guidare veicoli..(ma come?ah già..i topi non hanno la patente!)

    Questa sarebbe scienza medica?? Temo che Ippocrate si rigiri nella tomba!
    Altro che sperimentare sui topi serve per noi..Se vedo Garattini gli lancio questi bugiardini..fa pure rima..
    Scherzi a parte,con queste premesse, chi può sentirsi sicuro??
    Praticamente,riassumendo:
    se agli animali fa male lo commercializzo
    Se agli animali non fa male lo commercializzo
    Se ci sono rischi per gli umani lo commercializzo
    Se non ci sono rischi per gli umani lo commercializzo
    tanto lo permette la legge (fatta da chi??)

    Se fossi un imprenditore sarei fiera di questa strategia geniale di marketin (S.A.) e la difenderei a spada tratta..ma se non ci lavoro, non ci guadagno,non ho quote azionarie,né ci scrivo libri e pubblicazioni,nè mi aggiudico progetti perché sono una semplice malata,o amica di malati o parente di malati NON MI STA BENE!
    Per la salute preferiamo scienza vera,con risultati veri e univoci,non “marketing”…
    Io voglio sicurezze ..per me e per i miei cari voglio scienza,non questa “roulette”..e sono sicura che tanti se ne stanno rendendo conto..ecco perché si deve andare oltre la questione cani di Green Hill.. a affrontare TUTTO.

    ;-)

    • lettore dice:

      Hai nominato tre farmaci diversi, mi pare ovvio (o quantomeno possibile) che le controindicazioni siano diverse…

  • Sperimentazione animale: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate? (parte VII) | OMG! Science! dice:

    [...] I | parte II | parte III | parte IV | parte V | parte VI | parte VII | parte VIII | parte [...]

  • Sperimentazione animale: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate? (parte V) | OMG! Science! dice:

    [...] è nuda o è rivestita di vaccate? parte I | parte II | parte III | parte IV | parte V | parte VI | parte VII | parte VIII | parte [...]

  • Sperimentazione animale: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate? (parte III) | OMG! Science! dice:

    [...] è nuda o è rivestita di vaccate? parte I | parte II | parte III | parte IV | parte V | parte VI | parte VII | parte VIII | parte [...]

  • Sperimentazione animale: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate? (parte I) | OMG! Science! dice:

    [...] è nuda o è rivestita di vaccate? parte I | parte II | parte III | parte IV | parte V | parte VI | parte VII | parte VIII | parte [...]

  • Elenco di Link Utili | In Difesa della Sperimentazione Animale dice:

    [...] SA: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate? (parte VI) – OMG-Science! [...]

  • Sperimentazione animale: l’Imperatrice è nuda o è rivestita di vaccate? (parte VIII) | OMG! Science! dice:

    [...] è nuda o è rivestita di vaccate? parte I | parte II | parte III | parte IV | parte V | parte VI | parte VII | parte VIII | parte [...]

  • gabri dice:

    all’autore del blogghe:
    se poi ti capitasse, per sfortuna, di finire in uno dei (tanti) nosocomi dove la vivisezione-sperimentazione è praticata sugli umani, non ti lamentare.

    ricordatevi che la vivisezione e la sperimentazioni farmacologiche sugli animali (assolutamente inutili, anzi controproducenti, oltre che bestialmente crudeli) sono anche il “grimaldello” usato dalle lobbies farmaceutico-sanitarie per giustificare quelle sugli esseri umani.

    • Giovanni Argento dice:

      Gabri,
      mi piacerebbe tu indicassi uno di questi “(tanti) nosocomi dove la vivisezione-sperimentazione è praticata sugli umani”. La vivisezione sugli animali è vietata per legge (visto che è completamente diversa dalla ben regolamentata sperimentazione), mentre la sperimentazione sull’uomo è ammessa previo consenso dei comitati etici.
      Per favore, sul serio, segnalaci questi ospedali e la tua esperienza; indagheremo e, se è vero, denunceremo il fatto.
      Così come dovrebbe fare chiunque che sia a conoscenza di queste nefandezze.

      A proposito, una curiosità: visto il “grimaldello” delle lobby farmaceutiche, come lo definisci tu, come ti regoli con i farmaci? Li prendi lo stesso, quando ne hai bisogno?

  • odloty dice:

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  • Alessandro dice:

    Bla, bla, bla…ho letto solo una montagna di bla bla da parte di chi è favorevole alla sperimentazione animale e nemmeno mi ci metto a sprecare il mio tempo a rispondere… Solo una cosa ci tengo a dire e lo dico da cardio operato per rottura della valvola mitralica in arresto cardiaco, salvo per miracolo… dovrei prendere un bel po’ di farmaci ma da animalista convinto ne faccio a meno e opto per rimedi naturali, ho solo una pecca.. avendo optato per una protesi meccanica devo per forza assumere l’anticoagulante. In trenta anni di veganismo e di animalismo questo è l’unico farmaco di cui mi vergogno.

  • Zarathustra dice:

    Caro Alessandro,
    dimentichi che tutti gli interventi chirurgici e tutti i tipi di protesi, prima di diventare di uso comune in ospedale, sono testati estensivamente in animale.
    La tua valvola sostitutiva è affidabile perchè altri modelli che si son rivelati inadeguati in animale, son stati scartati e non sono utilizzati negli approcci terapeutici.
    Vorrei che tu capissi che NON SEI SALVO PER MIRACOLO, sei stato salvato perchè il personale chirurgico, rianimatore e gli ingegneri che han progettato le tue protesi han potuto studiare le medesime condizioni in cui ti sei presentato all’ospedale tramite modelli animali.
    Per questo quando sei arrivato sapevano cosa fare.

    Cordialmente.

    Z.