Diario personale di un piccolo scienziato pazzo
 
Riccardo - atreliu pazzo
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venerdì, ottobre 31, 2003

Che bella notizia ho appena ricevuto: potrò rivedere e ri frequentare un caro amico, conosciuto per caso e per questo così importante.
Che sera strana questa di Halloween. Piena di dubbi incertezze. Complice un torcicollo ho preferito stare a casa, tranquillo, ma non più così solo come mi sentivo trenta minuti fa.


Oggi, Venerdi 31 Ottobre, sono passati ben 10 anni dalla scomparsa di Federico Fellini.
Diversi i film in televisione che verranno trasmessi.
Ho appena finitio di Vedere Ginger e Fred, su raidue, dove due malinconici ballerini (Giulietta e Mastroianni), rivivono i tempi che furono 15 anni prima e che non saranno più.
Questa notte invece ci sarà Satyricon su raidue alle 23.40: nella Roma imperiale Enclopio e Ascilito vivono di esordienti passando di avventura in avventura, ma il loro viaggio si concluderà tragicamente. Una rilettura del Satyricon in chiave trasgressiva dove non mancano deliri onirici che si aggiudicò una nomination agli Oscar.
Questi i film, (anche troppo pochi, a dir la verità... e Mediaset non accenna minimamente al ricordo del grande regista).
Presenti poi altre forme di commemorazioni: discussioni e parti di programmi dedicate. Sulla terza rete alle 11.10, una puntata speciale di Cominciamo Bene - Prima, in cui Pino Strabioli renderà omaggio a Fellini con i ricordi di Sandra Milo, ospite del programma e un servizio sulla mostra "La Roma di Fellini", a cura di Vincenzo Mollica e Alessandro Nicosia, in corso al Vittoriano.
Seguirà Cominciamo Bene - Le storie (12.45), il programma condotto da Corrado Augias, che avrà come tema "Fellini e la televisione".
Nel pomeriggio A Casa Raiuno (Raiuno, 14.05) numerosi ospiti, tra i quali Italo Moscati, ricorderanno la vita e le opere del regista.


lunedì, ottobre 27, 2003

Sabato sera, ero a casa di Sara. Ha sentito il cuggino, Matteo, che vive in Ligura (Spezia), e tra un furbata ipotizzata (comprare il biglietto del treno, al 50% con la SUA carta amico..), ed una battuta, si è deciso che il giorno dopo saremo andati giù (giù a sinistra, per la precisione).
Dormitina a casa di Sara, perchè alle 5.30 ci si sveglia per prendere il treno in Centrale alle 7.05 (salvo un ritardo di 10 minuti..).
Viaggio andato tranquillamente, e piacere ha poi fatto rivedere Matteo, dopo tempo che non ci si vedeva.
A Spezia mi hanno portato a vedere il porto le navi da guerra e la bellissima Amerigo Vespucci, una nave a tre alberi meravigliosa.
Arrivati a Portovenere, ho notato questa vegetazione così presente tra queste case che tutte si affacciavano sul mare bellissimo.
Abbiamo trovato un parcheggio (con poca fatica, tutto sommato), e dopo aver visto un gatto che dormiva bellamente sul tettuccio di una macchina nera parcheggiata davanti a noi, abbiamo proseguito sul lungo mare.
Faceva freddino, ed il cielo era uggioso... il mare era verdastro, di un verde acqua scuro: mai visto un mare di quel colore.
Ci siamo incamminati vedondo delle bellissime palazzine multicolori (caldi colori, il rosso il giallo, e l'ocra, in contrasto con il cielo grigio ed il mare verde-azzurro), per infilarci in una stretta viuzza (carrugio), con panni stesi sulle nostre teste che ricordavano tempi di paese.
Ci siamo avvicinati però, ad uno scorcio molto bello che permetteva di vedere il golfo da una parte e davanti a noi l'isola Palmaria. Ma sul nostro lato avevamo La meravigliosa chiesa in pietra di S. Pietro che si affacciava prepotentemente sul mare. Ma il vero spettacolo stava non dalla parte in cui ero io, ma dagli scorci permessi da un balconcino ed un tettuccio della chiesa, dai quali era possibile avere un mare verde - azzurro che si baciava con il cielo così nuvoloso, per tre quarti del campo visivo. Era anche possibile vedere sul fianco, la nuda e dura costa dai colori rossastri e viola che affondava la loro verticalità in un mare quieto.
Spettacoli meravigliosi, che le foto non rendono giustizia, e al quale invito tutti ad andare di persona, per godere delle meravigle di madre natura (che pensierosa guarda alla sua creazione, in una feconda statua di donna seduta).
Dopo aver pranzato con la farinata, focaccie a cipolla e stracchino, al pesto, ed un gelato (con gusti quali portovenere -cioccolato + cocco- e cinqueterre -cioccolato + menta-), ci si è spostati a Lerici.
Per il parcheggio abbiamo avuto qualche difficoltà in più, e vicino a noi c'era anche questa volta la presenza di un gatto, ma misteriosamente e dolorosamente incastrato all'interno di un cofano di una Panda (un fatto assurdo...), ma che per evitare brutte sorprese abbiamo voluto segnalare al guidatore che verrà con un foglio incastrato sul parabrezza. Abbiamo fatto un giro più corto, vedendo di sfuggita il castello e la costa. Ma data la pioggia che stava cadendo leggermente ci siamo rifugiati a prenderci una cioccolata (io), un succo di frutta (Matteo), e latte macchiato per Sara. Successivamente siamo stati accompagnati alla stazione: ore 18.05 c'era il treno per portarci a casa (ore 21.50 in Garibaldi).
Una giornata davvero molto bella, soprattutto per spettacoli meravigliosi generosamente offerti dalla Natura.


mercoledì, ottobre 22, 2003

Ho appena finito di vedere circa i tre quarti finali di "Andrea e Marie", un film di produzione tedesca, ambientata in una rurale Francia dei giorni nostri.
Incredibile, direi, ma un film molto buono (a dispetto della mia esperienza con le produzioni tedesche..).
Narra della storia di un'amicizia, complice, tra due donne. Nata per caso, e fatta tremare dal fatto che una è l'amante del marito dell'altra, viene poi a rinsaldarsi anche con complicità sull'esperienza seppur dolorosa per entrambe di avere avuto un uomo in comune.
Molto belli i luoghi, la recitazione a me è parsa molto buona, la sceneggiatura altrettanto, se non un falso e forzato episodio, verso la fine del film, in cui una di queste due donne viene semi-violentata da due ex-bravi ragazzi (forzato e falso, per il fatto che l'altra donna non reagisce alle violenze fatte dal ragazzo sull'amica/amore, per ritrovarsi poi, magicamente, con un piede di porco, con la quale riesce a far allontare il violento).


lunedì, ottobre 20, 2003

Ricordi miei...
Bello è questo mio scrivere. E' possibile tornare indietro, riconoscersi, trovarsi e ritrovare piccoli spunti di riflessione, piccoli punti in cui si era arrivati.
Si parla di più di un anno fa.
Da allora ho avuto una storia importante, che mi ha insegnato che posso essere amato, e che posso (o dovrei), sentirmi libero di amare.
Gli spettri delle difficoltà ci sono ancora, e spesso ritornano, forti e prepotenti, l'insicurezza ne è alla regia.

Ho mani calde, come ricche di energia, come se stesse quasi cercando di trovare un modo per esprimersi, questa energia. E da uscire dalle mani, con cui sto scrivendo, su questo tastiera.
Ma anche dal cuore sento una leggera agitazione, un battito leggermente più accellerato, più forte e sentito. E con un espressione un po' crucciata e riflessiva, vengo illuminato solo da una luce tenue, di un cielo coperto da nuvole.
E tutto questo mi mette un po' in malinconia, e un po' mi fa sentire magico... o con la voglia di fare magie, come di poter saltare gli ostacoli della vita, come di poter vivere quello che desidero.

Stanotte ho fatto un sogno: ero seduto a capotavola di un tavolo, sembrerebbe una mensa, in università. Seduti vicino a me, ci sono Angela, Rossana e altri amici delle superiori. Angela, sulla mia sinistra, mi ricorda, con fare anche un filo arrabbiato, che era interessata a me, ed io rispondo
- E pensare che per un momento anche io ti venivo dietro, e poi si è volatilizzato tutto.
Gli amici, sorridono, scherzano è un momento leggero, tranquillo dove io sono si al centro dell'attenzione, ma non ci do peso.
- E poi, ho capito che sono gay, eheh - dico... Mentre Sara, sul fianco destro, cerca con fare protettivo di nascondere ciò che ho detto.. così mi sento quasi come di aver detto qualcosa che non dovevo, mentre invece non c'è nulla di male, anzi. Una occasione, per dirlo, ed in modo leggero come dovrebbe essere, come se non fosse una cosa importante, fondamentale.
- Bhè, si ecco... per le circonferenza - dico ad alta voce... ma non ne sono convinto... penso al diametro del seno... ma è chiaro che non c'entra non so bene nemmeno cosa dire, quando gli altri, chiedono spiegazioni a quella frase.
E mi sveglio così.


sabato, ottobre 18, 2003

Per il ciclo discriminazioni, all'insegna di una maggior apertura, comprensione e riflessione di alcuni fatti,
ecco una interessante lettera e risposta, presa da La Repubblica di vien 17 Ottobre:
LA FATICOSA SFIDA DI ESSERE GAY


Ho 30 anni e mi chiedo per quale motivo nel testo costituzionale che viene propinato come l'espressione somma del nostro Paese mi si parla di un'uguaglianza che non ho mai visto e di una giustizia che non è affatto uguale per tutti. Io che ho sempre creduto nel mio Paese, sono stufo di viverci e di vivere. Mi sembra che io debba sempre guardarmi intorno e chiedere, Posso esistere? Posso amare? Posso costruire qualcosa di affettivamente resistente alla Sacra Chiesa, alle encicliche papali, al governo di centro-destra, e soprattutto alla gente che sin da quando ho detto di essere gay crede che io sia condannato all'Hiv?
Non ho un futuro, non ho tappe da costruire e i miei sogni si fermano con il lavoro e con un rapporto di coppia che non ho mai incontrato e che colassero perché non sarà mai normale. lo non sono normale. Qualcuno scherzando mi dice che non sono normale. Forse ha ragione. Io sono diverso dagli altri, come un handicappato che sin da quando è consapevole del suo handicap sa che non avrà mai gli stessi diritti degli altri, che non potrà mai avere una famiglia regolare, che non potrà mai sentirsi chiamare papà. E le pare poco?
Quello che mi disgusta è che oggi gli omosessuali non hanno proprio voglia di combattere, sono contenti e felici così. Hanno i village, i siti, i locali, il loro acquario meraviglioso dove come pesci in cattività si mescolano finché l'acqua puzza e cambiano acquario. Se lei parla con la maggior parte di loro, non vogliono figli e sono felici dì essere gay, parola che odio perché vuole dire felice, ma felice di che? Vorrei che domani, a 40. 50 anni, non dovessi chiedermi, perché ho vissuto? Per passare da un uomo all'altro tentando disperatamente di rubare attimi di felicità da una vita resa da uno stato antidemocratico indegna di essere vissuta?

La risposta da parte di Aspesi:
La ringrazio per la sua bella lettera. Io non ho modi non dico per aiutarla, ma neppure per consolarla, perché oggi siamo in tanti a non essere normali, se la normalità è l'ipocrisia, e a essere diversi, se la diversità vuole dire non accettare e non essere accettato. Ci furono secoli in cui le donne che sognavano la libertà di essere se stesse non potevano far altro che rifugiarsi nei conventi di clausura; nel XVI secolo in Francia, durante le guerre di religione, la protestante Marie Dubois, incarcerata per 40 anni, incise sulla pietra del pozzo: «Resistere alla stupidità è eroico come resistere a un nemico armato». Lei fa semplicemente parte di una delle tante minoranze, e le minoranze sono sempre servite come capro espiatorio su cui la società scarica le sue frustrazioni. Un mio amico omosessuale mi prega di dirle questo: quando gli omosessuali sono i primi a rendersi gay, divertenti, la società li accetta volentieri come macchiette. Lei non dovrebbe lasciarsi andare a sogni consumistici (e oggi la famigliola come ci viene proposta lo è), ma vivere la sua condizione come l'hanno vissuta tutti quelli che hanno rifiutato le regole del potere e dell'appiattimento. Per secoli lo hanno fatto anche le donne.
Lei ha una vocazione alla dignità e alla qualità, e questo è un privilegio: non ci sono scorciatoie, viva la sua resistenza intellettuale e umana, sapendo che comunque, a nessuno è garantita la felicità. So di non averle risposto, ma forse ho risposto a me stessa.


venerdì, ottobre 17, 2003

Mi sto divertendo ad andare in giro con la macchina fotografica digitale a fare foto..

Così, interessato ad un breve studio delle proporzioni, ho fatto un paio di foto ad un angelo, della porta centrale del Duomo.

Magari con l'intenzione di diventarne uno per Halloween, o per Carnevale.. eccoli.



Angelo Angelo



giovedì, ottobre 16, 2003





Un/a losco/a figura...
E' notte, fa freddo, non c'è nessuno, quando ad un tratto riesco a fotografare questo losco individuo(a).
Ed un Riccardo scettico...
Ed ecco me, che incredulo a ciò che ho visto, con aria scettica vengo accecato da un flash..


martedì, ottobre 14, 2003

Pupazzo di ET

Ed ecco il mitico ET! Comprato nelle spese per andare a SharmElSheik, insieme alla VHS. E' identico a quello di Lino. E' stata la sua malandrina espressione da birbone a farmi impazzire: forza ET !!
E Ti? Cus'è che ti pense??


lunedì, ottobre 13, 2003

La biciclettata è andata bene, solo che come al solito mi faccio prendere... e questa volta anche troppo:
andando troppo forte, su un sentiero erboso, in pendenza, non ho visto un sasso, e complice una frenata anche con la ruota davanti ho fatto un ruzzolone... scivolando amabilmente tra i rovi...
Risultato mano sx, braccia, e gamba sx graffiate e piene di piccoli e grandi spine...


domenica, ottobre 12, 2003

Calzoncini attillati, calzoni lunghi di cotone, maglietta sopra alla canottiera, felpa, casco e guantini, qualcosa da mangiare e qualcosa da bere, una pompa.
Ecco sono pronto per partire a fare una biciclettata. Manca solo il nick del coniglio, che sta facendo tardi nel giro con la macchina: ci sposteremo prima in macchina, poi faremo il nostro giro tranquilli. Così da vedere cose nuove e godercela meglio.


sabato, ottobre 11, 2003



venerdì, ottobre 10, 2003

Mi sento come una foglia, prematuramente rossa e stanca, che si stacca da un albero prima di tutte le altre.
Con delicatezza, scendo volteggiando nell'aria, per metri. E' un po' come un lungo sospiro...
Mi sento come se mi fossi appena appoggiato per terra, sopra ad altre compagne... già non sono l'unico. Ma resto lì immobile e quasi morto, ad attendere che l'acqua mi marcisca, facemondomi scomparire, piano, lentamente, come in un lungo ed infinito sospiro.


Se fossi... una nuvola:
giocherei, come un bambino ad avere mille forme e colori. Ad approffittare del vento per stirarmi un poco, riscaldandomi del forte sole.
Sfruttando le mille sfumature dell'alba, del giorno, del tramonto e della notte, cambierei di continuo: non sarei mai lo stesso. Girerei per monti e valli, vedendo mari e colline.. posti pieni di povertà e di guerra.. posti pieni di movimento e ricchezze. A volte mi sporcherei di smog.. tutto sommato meglio al fumo di incendi prodotti dopo bombardamenti, o vapori di sangue e carne delle vittime.
Vedrei tutto questo... senza poter agire, senza essere visto, se non da qualche bambino, povero o ricco che sia, e con il quale giocare: io così mutevole, assumendo la forma di speranze e desideri di questi piccoli semi del loro mondo.

Se fossi... una pantera:
mi muoverei con circospezione, salendo tra alberi inclinati, lasciandomi accarezzare dalle liane, guardando oltre la fitta vegetazione. Vedrei.. vedrei un agnellino.. bianco e candido.. ancora di più illuminato dal sole. Lui soletto che beela in un piccolo spiazzo. Il riflesso del sole sul suo manto è quasi accecante.. ma non mi lascio intimorire.. affatto: ho mangiato poco per troppo tempo...ah ah ah...
Mi avvicino... silenzioso... non immagina nemmeno che cosa sta per accadergli..
Salto delle alte radici, calpesto manti di foglie cadute, senza che lui si accorga di nulla.. eccolo.. ora è a pochi metri da me... ho l'acquolina in bocca, e non posso fare a meno di leccarmi i baffi..
Beela beela... beela quanto vuoi piccolino... fra poco avrai poco da belare...
.. è un attimo: un salto e gli sono addosso, trovo subito la giovane gola, e stringo forte, con la mascella.. I denti lacerano la poca carne raggiungendo la fragile trachea.. rompendola... il beelato ora è molto più soffocato.. ah ah ah ..il sagnue incomincia a grondare, facendomi ancora più innervosire e spazientire... ho fame... muori, maledetto: devo mangiarti prima che si accorgano altri di te.
Lascio il corpo dalla bocca, che cade con un leggero tonfo attutito dall'erba oramai macera di sangue..
E finalmente posso addentare il costato.. strappo, con impazienza quel bianco manto.. sporcato dalla mia bocca rossa. Non è poi molto il sangue... navigo con il muso, sotto la pancia, per mordere le budelle, che cadono fuori dalla pancia, scivolando tra loro, e sul prato..

Se fossi... un albero amazzonico:
crescerei con fatica, tra le tante piante che mi soffocano, standomi addosso. Senza farmi vedere il sole che tanto desidero e per il quale mi protendo. Piano, lentamente, mi muovo prima a destra e poi a sinistra cercando di allungarmi sempre più, facendo spuntare dal mio delicato gambo qualche piccola fogliolina che crescerà con me aiutandomi a gaudere sempre più del mio desiderato sole.
Dopo 10 anni, sono oramai ben cresciuto, si cresce in fretta qui con tanta competizione.. Sono finalmente ai piani semi alti, spesso ritrovo sul mio corpo mille goccie di sole rubate, che sfuggono alle foglie degli altri alberi. Ora ho dei nuovi amici, mille insetti e giovani scimmie che saltellano dai miei rami spostandosi.
Dopo altri 10 anni, posso godere finalmente del tanto desiderato Sole... Essere accarezzato al mattino presto dalla sua dolce luce rossastra, per poi riscaldarmi e cibarmi dei suoi forti raggi.. AHI!! MA COSA D... qualcuno o qualcosa mi sta facendo male, in basso giù faccio quasi fatica a vedere, coperto dai miei stessi rami.. AAAH... Aiuto grido alle mie compagne, Aiuto! Aiuto!.. Ma restano silenti, come in lutto di un destino inevitabile.. e quel rumore insistente e lacerante che compre tutto facendomi impazzire dal dolore... quel ronzio maledetto...
Mi stanno tagliando... aiuto è forte intravedo degli esseri armati di uno strano oggetto, è quello che fa quel suono assordante... è quello che appoggiandomelo addosso mi amputa pian piano... Il dolore è forte... insopportabile: faccio fatica a resistere... Maledetti voi.. non ho fatto mai nulla di male: Aiuto!
Ecco.. sto perdendo l'equilibrio...cado.. in parte attutito dalle mie compagne... ma lo faccio con forza, scuotendo il terreno.
Non ho ancora perso i sensi, quando sento quegli strani omuncoli di un progetto... parlano di fare una cosa.. una.. strada, si di quello parlavano.


Sembra strano, ma a volte più si è amati e più ci si sente da soli.
Una contraddizione? No...
Forse perchè si respira un aria che non si è sempre potuta respirare... forse perchè si vorrebbe respirare ancora di più. E con l'aria nuova... si vorrebbe magari provare a respirare aria con nuovi sapori, inteso come esplorare e provare modi e stili non fatti finora..
Sto guardandomi in questo momento il mitico Freddie Mercury nel concerto di Webledey. Una persona decisamente forte, ... , viva.


giovedì, ottobre 09, 2003

Due belle serate.
Quella di questa sera e quella di due giorni fa: parlare conoscendosi è la cosa più bella.
Sia che si parli di religione, sia che si parli di alti e bassi, o di stili di vita, ci si mette a confronto: ascolto, confronto, dico la mia, imparo... Facile no? Bello, soprattutto.
La cosa positiva inoltre è che in queste serate sto facendo una media di 3-4 ore di camminate... abbastanza per tonificare... eheh.
Alla prox, un abbraccio a chi mi segue...


sabato, ottobre 04, 2003

Un matrimonio è emozionante.
Quello tra testimoni di Geova, nuovo, interessante.
Quello di un caro compagno di classe, Ciro, è sentito, emozionante.
Quello di un coetaneo, un po' triste a dir il vero, ma pieno di speranze.


venerdì, ottobre 03, 2003

Tensione..
un po' di incertezza... ma tanta tensione.
..
Un contatto. Prima casuale.. poi continuato.. cercato..
qualche indecisione.. ma ancora forte tensione: contatto mantenuto. In fine quasi decisione, presa di posizione, ricercato.. ma solo un accenno, poi per caso distacco.


mercoledì, ottobre 01, 2003

Sono tre sere che esco.
Qualcosa di molto semplice: una pasta o una pizza per cena, e camminate. Si guarda, si cammina, ci si conosce, ci si sfiora. Come chiunque.
Poi si torna a casa, ci si pensa un po', ed è ora di andare a nanna. ..domani sera uscirò di nuovo?